28 agosto 2025
Aggiornato 06:00
Il Ministro ha la «testa dura»

Sul «Giornale» il ritratto di Tremonti: Ha superato Visco

Articolo di Giancarlo Perna: «Può essere la tomba del berlusconismo. Ministro o amico del giaguaro?»

ROMA - Giulio Tremonti, «ministro o amico del giaguaro?». E' quanto si chiede il Giornale in un ritratto pubblicato in prima pagina, nel quale si avverte: «Ha alimentato la sfiducia nelle capacità ri­formatrici del centrode­stra. Ora, il tremontismo rischia di essere la tomba del berlusconismo». Il titolo riprende uno dei concetti espressi ieri nella contestata intervista di Governo liberale, ricetta socialista. Tremonti ha la «testa dura», si legge nell'articolo firmato da Giancarlo Perna: «Tremonti - ricorda - nuotava nel vivaio socialista di Gianni De Michelis», poi «scom­parso il Psi con Tangentopoli, Giulio si candidò alla Camera col Patto Segni nelle elezioni 1994 vinte da Berlusca. Messo piede a Montecitorio, fece il salto della quaglia dalla sinistra al Cav. Un'ora dopo era ministro delle Finanze».

Per il Giornale «cosa fosse invece Tremonti, oltre che socialista, non lo sapeva nessuno». Poi, durante l'opposizione, «scrisse pure un libro in tono: Lo Stato criminogeno . Un manifesto liberale». Tornato a Palazzo Chigi Berlusconi, il ministro dell'Economia «debuttò liberista», poi però «nei primi anni del 2000 che getta la maschera, dichiarandosi 'colbertiano', cioè statalista col botto». «In questa legislatura, Tremonti non ha fatto una sola cosa di sapore liberale, lasciando totalmente irrealizzato il programma di governo, salvo l'abolizione dell'Ici. Grazie al cattivo carattere ha tenuto a posto i conti dello Stato, chiudendo i cordoni della borsa ai ministeri senza distinguere tra spese essenziali e rinviabili. Ha esasperato ministri e Berlusconi. Ha alimentato la sfiducia nelle capacità riformatrici del centrodestra. Ora, il tremontismo rischia di essere la tomba del berlusconismo».

«Quanto a fisco - è un altro degli appunti del ritratto del Giornale - ha superato Visco, l'ex sodale dei tempi di Reviglio. Ricordate, l'estate scorsa, l'arrembaggio delle Fiamme gialle sullo yacht di Briatore?». «Non contento, Giulietto e i suoi uffici hanno piazzato al confine svizzero telecamere per controllare i passaggi in ingresso e uscita, contro esportatori di valuta, spalloni e valicanti vari. Una pura, e inutile, intimidazione da Berlino sovietica che per poco non finiva col ritiro dell'ambasciatore elvetico».