Feltri: Nel Pdl sono tutti impazziti, basta liti
«Tremonti è una persona stimata, non è brillante dargli colpe non sue»
ROMA - Vittorio Feltri la vede così: «Al momento» non è «importante stabilire chi abbia ragione e chi torto tra il ministro ai Beni culturali Galan e il ministro all'Economia Tremonti» perché «il problema oggi, a meno di un mese da elezioni amministrative, è non dare l'impressione che il Pdl sia una gabbia di matti».
In un editoriale su Libero dal titolo Sono tutti impazziti, il direttore parla dell'ultimo caso scoppiato nella maggioranza e sottolinea come «pare che nel partito pochi o nessuno sentano l'esigenza di spegnere lo spirito polemico che minaccia di bruciare il patrimonio di consensi ancora attribuibile all'armata Berlusconi». Dopo essersi chiesto se il sostegno espresso dal premier nei confronti di Tremonti possa bastare a chiudere l'incidente, Feltri passa a una difesa del Superministro, non nuova per la verità sulle pagine di Libero. «Lui - sostiene - è un personaggio di spicco, stimato in Italia e all'estero per il lavoro svolto a salvaguardia dei conti pubblici. Cercare di scaricarlo addossandogli colpe non sue, non è stata una brillante operazione, non ha giovato alla reputazione del governo che, pur tra mille difficoltà (note), è riuscito nella non facile impresa di reggere alla devastante crisi mondiale» Secondo Feltri, insomma, «nel partito prevale la sgangheratezza dei comportamenti e l'interesse individuale. Ciascuno pedala per conto proprio, tentando di assicurarsi posizioni di privilegio e continuità di carriera, come se la politica fosse soltanto un affare e non anche, e specialmente, un servizio da rendere ai cittadini. Ogni giorno una lite, una riunione (di congiurati?) sospetta, una dichiarazione acida riguardante un collega. Ecco perchè lo sfogo di Galan ha assunto una valenza che, probabilmente, va oltre le intenzioni del ministro alla Cultura. Il quale forse mirava non tanto a colpire Tremonti quanto a sollecitare il premier a ristrutturare il partito allo scopo di renderlo idoneo ad affrontare la 'prova alle urne' e gli impegni governativi prossimi».
Secondo il direttore la conclusione è che «l'effetto delle ricorrenti baruffe è fortemente negativo» perchè «gli italiani sopportano tutto eccetto lo spettacolo indecente offerto da uomini che, invece di occuparsi del Paese, s'azzuffano per strapparsi il potere». «La nostra - ha concluso - non è una reprimenda ma una preghiera: smettetela di esibire il peggio di voi e datevi da fare almeno per meritare il voto che anche stavolta vi daremo. Per mancanza di alternative. Davanti a un deficit di efficienza è gradita, se non altro, la buona educazione».
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