8 maggio 2024
Aggiornato 10:30
Continua la deposizione di Massimo Ciancimino

«Dell'Utri sostituì mio padre nella trattativa Stato-mafia»

Il figlio dell'ex sindaco di Palermo: «Provenzano fece arrestare Totò Riina. A Riina l'onore delle armi»

PALERMO - Secondo Massimo Ciancimino, Marcello Dell'Utri sostituì l'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimo nella trattativa fra lo Stato e la mafia. «Mio padre, dopo il suo arresto, nel dicembre del '92 era convinto che era sostituito, scavalcato» ha detto Ciancimino jr. nell'aula bunker di Palermo. «Lui era convinto che la trattativa era andata avanti. Poi nel 2000, riprendendo in mano le cose per il libro che dovevamo fare, mi disse che la persona che aveva preso il suo ruolo era il senatore Marcello Dell'Utri».

Ciancimino da ieri sta testimoniando al processo all'ex capo del Ros Mario Mori ed al colonnello Mauro Obinu. I due sono imputati di favoreggiamento aggravato nei confronti di Provenzano che, nonostante la dritta fornita da un confidente non avrebbero voluto catturare, il 31 ottobre del 1995. Don Vito, ha detto oggi, fece da tramite fra i carabinieri dei Ros e il superboss Bernardo Provenzano per la cattura di Totò Riina: si fece dare mappe, tabulati telefonici, liste delle utenze di acqua, luce e gas, di una determinata zona di Palermo, e poi le consegnò a Provenzano, che «indicò una serie di elementi».

Il figlio di Don Vito ha spiegato che, anche dopo la strage di via D'Amelio che uccise il giudice Paolo Borsellino, non si chiese mai la cattura di Provenzano.

Oggi, ha aggiunto dettagli sul ruolo del padre come mediatore fra boss e Stato. Dopo la strage contro Borsellino, «Subito Provenzano viene informato che da quel momento in poi deve fare il ruolo chiave per giungere al fine, che è quello di catturare Totò Riina. Ma «Mio padre disse ai carabinieri di agganciare Luciano Violante, perché secondo lui non si sarebbe potuto intervenire sui suoi processi senza il consenso dell'onorevole» ha detto.

A Totò Riina però fu concesso «l'onore delle armi». Il fatto che il suo covo non sia stato perquisito per 15 giorni, dopo la sua cattura, è dovuto ad un accordo che VCiancimino aveva preso con Bernardo Provenzano e con i carabinieri», ha detto ancora Ciancimino jr.