Nuovo affondo del Giornale di Feltri a Fini
Gli ex di AN insorgono: «diffama». Anche Bondi critica il quotidiano della famiglia Berlusconi. Ma Matteoli: «Impedirei giri strani»
ROMA - Duello a Capodanno, duello tutto l'anno. Vittorio Feltri e Gianfranco Fini avevano salutato l'arrivo del Natale con uno scambio di doni che aveva il sapore della provocazione (Lambrusco in cambio di Valium). E oggi, appena iniziato il nuovo anno, il direttore del Giornale e l'ex leader di An hanno 'festeggiato' il 2010 con una nuova polemica. A innescarla, questa volta, è stato il giornalista: 'Fini come Di Pietro' è stata l'apertura del quotidiano, già da giorni critico con la candidatura della finiana Renata Polverini alla Regione Lazio.
«Dal patrimonio di An - sostiene il quotidiano - sono spariti gli immobili: trasferiti a società parallele, proprio come hanno fatto l'ex pm e i Ds». E accanto all'inchiesta su fondi e proprietà dei partiti, il quotidiano ha lanciato un'altra bordata contro il cofondatore del Pdl, in un editoriale di Marcello Veneziani che lo accusa di «spingere la Lega verso il sorpasso» nelle regioni del Nord.
La risposta, meditata per l'intera giornata, arriva nel tardo pomeriggio con una lettera inviata dal coordinatore del Pdl Ignazio La Russa. Dopo aver consultato l'intero stato maggiore ex An, il ministro della Difesa prende carta e penna e scrive una missiva a Feltri: «Ho letto con grande stupore nel Giornale di oggi il titolo 'Fini come Di Pietro'. Titolo e contenuto nella migliore delle ipotesi, sono frutto di un colossale abbaglio, nella peggiore sono invece il maldestro e calunnioso tentativo di addebitare a Fini propositi o comportamenti scorretti del tutto inesistenti che soltanto una campagna di natura diffamatoria, che ho già avuto modo di definire 'fuoco amico immotivato' potrebbe giustificare».
Parla a nome dell'ex An, La Russa, e infatti sottolinea: «In realtà la situazione è assai diversa da come appare sul Giornale ed è del tutto cristallina, tant'è che nessuno, dicesi nessuno, in An ha sollevato la minima perplessità». Per questo, «il titolo e l'articolo di oggi ha indignato non solo me, ma tutti coloro che hanno militato in An». In realtà, Altero Matteoli pur dicendo di condividere quanto sostenuto da La Russa, aggiunge: «Pensare ora che attraverso strani giri queste sedi possano finire nelle mani di qualcuno di noi è impensabile, è una cosa che non sta in piedi e soprattutto io mi opporrei».
La polemica coinvolge anche Farefuturo, che 'dedica' un affondo al direttore del Giornale: «Eccoci di nuovo qui a dover polemizzare con il 'Montanelli' del nuovo millennio, quel Vittorio Feltri che si è autoproclamato come unico depositario delle idee, degli umori, delle speranze degli elettori del centro destra. Quel Vittorio Feltri che si è fatto re senza popolo, si è fatto generale senza esercito». Mentre i finiani Carmelo Briguglio e Fabio Granata chiedono ai vertici del Pdl di intervenire, a partire da Berlusconi.
In mattinata era stato Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, a prendere le distanze da Vittorio Feltri: «Posto che non è in discussione l'assoluta indipendenza e libertà di espressione de Il Giornale e al di là degli stessi contenuti, personalmente ritengo che certi titoli e articoli come quello di oggi che stabilisce un paragone inaccettabile tra il presidente della Camera Fini e Di Pietro, non giovano ad un corretto confronto politico e soprattutto alla necessaria unità e rafforzamento del Pdl».
Un segnale che arriva da un 'berlusconiano' e che dimostra come anche parte del Pdl, sponda azzurra, non sempre gradisca le sortite del Giornale. Oggi uomini vicini al premier hanno recapitato ai fedelissimi finiani un messaggio: dispiace per il nuovo attacco di Feltri, non gradito perché non aiuta a ristabilire quel clima di confronto inaugurato dopo l'aggressione subita dal Cavaliere a dicembre.
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