19 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Vertice NATO

Il grande gelo tra NATO e Russia

I ministri della Difesa della Nato, riuniti oggi e domani e Bruxelles, dovrebbero concordare un nuovo piano generale di difesa dell'Alleanza da qualsiasi potenziale attacco russo su più fronti

Jens STOLTENBERG, Segretario Generale della NATO
Jens STOLTENBERG, Segretario Generale della NATO Foto: Unione Europea

BRUXELLES - I ministri della Difesa della Nato, riuniti oggi e domani e Bruxelles, dovrebbero concordare un nuovo piano generale di difesa dell'Alleanza da qualsiasi potenziale attacco russo su più fronti, confermando il tentativo di dissuadere Mosca da iniziative ostili nonostante la nuova attenzione rivolta alla Cina. Secondo quanto fatto trapelare da diplomatici e funzionari alla vigilia della riunione, la strategia, che è riservata, va oltre i piani di difesa regionale esistenti e mira a prepararsi a qualsiasi attacco simultaneo nelle regioni del Baltico e del Mar Nero, che potrebbe includere armi nucleari, hackeraggio di reti informatiche o attività nello spazio. Le fonti, citate dall'agenzia Reuters, hanno comunque affermato che un simile attacco non sarebbe imminente.

«I conflitti futuri saranno combattuti non solo con proiettili e bombe, ma anche con byte e big data. Vediamo regimi autoritari che corrono per sviluppare nuove tecnologie, dall'intelligenza artificiale ai sistemi autonomi. Quindi stiamo facendo ulteriori passi per rendere la nostra Alleanza a prova di futuro», ha precisato il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg, presentando i lavori dei ministri della Difesa.

La Russia nega qualsiasi intento bellico, dicendo che è la Nato che rischia di destabilizzare l'Europa con tali preparativi. Ma funzionari statunitensi e diplomatici della Nato hanno riferito che il «concetto di deterrenza e difesa nell'area euro-atlantica» - e il suo piano di attuazione strategica - è ormai necessario poiché la Russia sta sviluppando sistemi d'arma avanzati e utilizza truppe ed equipaggiamenti in aree più vicine ai confini alleati.

«In caso di controversie così gravi, ci sarà bisogno di un'attività in tutta l'area delle operazioni», ha detto un alto funzionario degli Stati Uniti. «Cose diverse possono accadere contemporaneamente e ciò richiede davvero una pianificazione olistica». La Nato ha sempre avuto piani in atto per difendere e proteggere l'intera area euro-atlantica, ha sottolineato da parte sua Stoltenberg. «Ma ovviamente, poiché l'ambiente di sicurezza cambia e le nostre sfide e potenziali minacce stanno cambiando, dobbiamo adattare e modernizzare quei piani», ha aggiunto.

A maggio, la Russia ha radunato circa 100.000 soldati al confine con l'Ucraina, il numero più alto da quando Mosca ha annesso la Crimea nel 2014, secondo funzionari occidentali. A settembre, la Russia ha poi utilizzato nuovi robot da combattimento nelle principali esercitazioni militari con la Bielorussia, suo ex alleato sovietico, cosa che ha intimidito gli alleati baltici. Mosca inoltre starebbe aggiornando o sostituendo i sistemi spaziali militari sovietici e starebbe sviluppando tecnologie basate sull'intelligenza artificiale per distruggere i sistemi di comando alleati.

«Il rapporto tra Nato e Russia è al suo punto più basso dalla fine della Guerra Fredda, e la ragione di ciò è il comportamento russo», ha precisato Stoltenberg. «Hanno invaso i vicini, hanno annesso parte di un altro paese, stanno investendo pesantemente in nuove capacità nucleari e violando una delle pietre miliari del nostro regime di controllo degli armamenti, il Trattato INF, che ha portato alla fine di quel trattato. Si stanno intromettendo nei nostri processi democratici e abbiamo visto la Russia essere responsabile di azioni aggressive contro gli alleati della Nato», ha proseguito Stoltenberg, ricordando che solo «pochi alleati possono avere una difesa a spettro completo», «terra, aria, mare, cyber». «La maggior parte dipende dagli altri per alcune di queste capacità e solo unendo le forze e lavorando insieme» si potrà avere una migliore protezione, ha insistito.

Il generale americano in pensione Ben Hodges, che ha comandato le forze statunitensi in Europa dal 2014 al 2017, da parte sua ha manifestato a Reuters l'auspicio che il piano strategico possa portare a una maggiore coerenza nella difesa collettiva della Nato, il che significa più risorse per la regione del Mar Nero. «Per me, questo è il punto critico più probabile rispetto ai Paesi baltici», ha detto Hodges.

Jamie Shea, un ex alto funzionario della Nato ora al think tank di Friends of Europe a Bruxelles, ha affermato invece che il piano potrebbe anche aiutare a cementare l'attenzione sulla Russia in un momento in cui Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia stanno sviluppando strategie indo-pacifiche. «Finora si è supposto che la Russia sia una seccatura, ma non una minaccia imminente. Ma i russi stanno facendo cose preoccupanti, si stanno esercitando con la robotica e i missili da crociera ipersonici possono effettivamente essere molto dirompenti», ha detto Shea.

(con fonte Askanews)