25 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Relazioni internazionali

La Russia sospende le relazioni con la NATO

Lavrov ha spiegato che la decisione è stata presa in risposta all'espulsione - la scorsa settimana - da parte della Nato di otto membri della missione russa presso l'Alleanza atlantica a Bruxelles

Il Presidente russo, Vladimir Putin
Il Presidente russo, Vladimir Putin Foto: Pixabay

MOSCA - Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha annunciato oggi che Mosca ha deciso di sospendere la sua missione presso la Nato e di chiudere la missione di collegamento dell'Alleanza atlantica nella Federazione russa.

Lavrov ha spiegato che la decisione è stata presa in risposta all'espulsione - la scorsa settimana - da parte della Nato di otto membri della missione russa presso l'Alleanza atlantica a Bruxelles. Secondo la Nato, gli otto rappresentanti russi stavano lavorando segretamente come ufficiali dell'intelligence.

La missione russa non ha sede al quartier generale della Nato, ma in un quartiere a sud della capitale belga.

La Nato aveva sospeso la cooperazione con la Russia nel 2014 dopo l'annessione della penisola di Crimea, ma aveva mantenuto aperti i canali per incontri ad alto livello e per la cooperazione militare. Da allora, comunque, il Consiglio Nato-Russia, forum di dialogo ad hoc tra le parti, si è riunito solo sporadicamente.

Stoltenberg: «Contrasto ad ascesa della Cina sarà una priorità»

Contrastare la minaccia alla sicurezza posta dall'ascesa della Cina sarà uno dei compiti più importanti della futura Alleanza atlantica: è quanto ha spiegato in un'intervista al Financial Times il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, confermando di fatto il significativo ripensamento degli obiettivi dell'Alleanza sulla scia della nuova attenzione degli Stati Uniti verso l'Asia e l'intera area dell'Indo-Pacifico.

La Cina, secondo Stoltenberg, sta già avendo un impatto sulla sicurezza europea attraverso le sue capacità informatiche, le nuove tecnologie e i missili a lungo raggio. Il modo in cui difendere gli alleati della Nato da tali minacce sarà affrontato «a fondo» nella nuova dottrina dell'Alleanza per il prossimo decennio, ha affermato.

«La Nato è un'alleanza del Nord America e dell'Europa. Ma questa regione deve affrontare sfide globali: terrorismo, cyber ma anche l'ascesa della Cina. Quindi, quando si tratta di rafforzare la nostra difesa collettiva, si tratta anche di come affrontare l'ascesa della Cina», ha affermato Stoltenberg. «Quello che possiamo prevedere è che l'ascesa della Cina avrà un impatto sulla nostra sicurezza. Lo ha già fatto».

La Nato adotterà il suo nuovo Concetto strategico in un vertice, previsto la prossima estate, che delineerà gli obiettivi dell'Alleanza per i prossimi 10 anni. La versione attuale, adottata nel 2010, non menziona la Cina.

Resistenza alle minacce esterne

Stoltenberg, che dovrebbe lasciare l'incarico di segretario generale l'anno prossimo dopo quasi otto anni al timone, ha affermato che gli alleati della Nato cercheranno di «ridurre» le attività al di fuori dei loro confini e di «aumentare» la loro capacità difensiva interna per migliorare la loro resistenza alle minacce esterne.

«La Cina si sta avvicinando a noi... Li vediamo nell'Artico. Li vediamo nel cyberspazio. Li vediamo investire pesantemente in infrastrutture critiche nei nostri paesi», ha commentato. «E ovviamente hanno sempre più armi ad alto raggio che possono raggiungere tutti i paesi alleati della Nato. Stanno costruendo molti, molti silos per missili intercontinentali a lungo raggio», ha insistito.

D'altra parte, Stoltenberg ha precisato che Russia e Cina non dovrebbero essere viste come minacce separate. «Prima di tutto Cina e Russia lavorano a stretto contatto», ha detto. «Secondo, quando investiamo di più in tecnologia... questo riguarda entrambi.» E quanto all'intera idea di «distinguere così tanto tra Cina, Russia, Asia-Pacifico o Europa», il leader della Nato è stato chiaro: «è un grande ambiente di sicurezza e dobbiamo affrontarlo tutti insieme. Quello che facciamo sulla prontezza, sulla tecnologia, sul cyber, sulla resilienza è importante per tutte queste minacce. Non si deve mettere un'etichetta».

Stoltenberg ha quindi ribadito che il ritiro precipitoso delle forze della Nato dall'Afghanistan ad agosto è stata «una scelta ovvia» dopo la decisione degli Stati Uniti di lasciare il paese. I leader politici non avrebbero potuto giustificare una presenza continuata nel Paese. «Si è trattato in parte di un aspetto militare, quello delle capacità. Ma penso che fondamentalmente più importante sia stato l'aspetto politico: siamo andati in Afghanistan dopo un attacco agli Stati Uniti», ha concluso. «Militarmente sarebbe stato possibile (rimanere). Ma politicamente, lo considero assolutamente irrealistico...Questa è stata la ragione principale» del ritiro.