19 marzo 2024
Aggiornato 03:00
Russia

Il «conservatorismo degli ottimisti» di Vladimir Putin

Alla riunione annuale del Valdai Club a Sochi il presidente russo ha descritto un Occidente impegnato in una lotta per l'uguaglianza e la parità dei diritti che, a suo avviso, sfocia nel «razzismo al contrario»

Vladimir Putin
Vladimir Putin Foto: Sputnik

SOCHI - Per Vladimir Putin l'attuale modello capitalistico «si è esaurito» e all'Occidente «in crisi di civiltà da un decennio» la Russia contrappone un suo «moderato conservatorismo» che non intende esportare, «ma nessuno deve cercare di imporci alcunché». Alla riunione annuale del Valdai Club a Sochi - a cui askanews ha partecipato - il presidente russo ha descritto un Occidente impegnato in una lotta per l'uguaglianza e la parità dei diritti che, a suo avviso, sfocia nel «razzismo al contrario» e in paradossi di vario tipo e genere.

«A Hollywood indicano le linee per girare un film ed è peggio della censura del Comitato Centrale del Pcus», ha detto alla platea di analisti e accademici tornati quest'anno a riunirsi in presenza per la 18esima edizione. La Russia, invece, difende e propone i valori tradizionali - famiglia, patria, memoria storica - e in una fase di grandi cambiamenti «è l'approccio piu ragionevole». Quello russo, dice il capo del Cremlino, è il «conservatorismo degli ottimisti: perché crediamo che sia possibile uno sviluppo positivo» dopo l'attuale caos.

Se il Covid-19 ha già falciato oltre 4,9 milioni di vite nel mondo - «più dei morti tra i combattenti della prima guerra mondiale» - e ha costretto lo stesso Putin a mandare tutto il Paese in ferie per 10 giorni per tentare di contenere la nuova ondata, il presidente russo esorta alla collaborazione internazionale contro il virus e le principali minacce alla sicurezza mondiale. Difende il ruolo dell'Onu, critica e attacca gli Usa e l'Europa, ma con toni meno aggressivi che in passato. Per quasi quattro ore, il presidente si è lanciato in un botta e risposta a tutto campo. Una sintesi dei principali punti.

- Afghanistan: «Biden ha fatto bene a ritirare le sue truppe». Per oltre due decenni gli Usa, «il Paese piu potente al mondo, hanno fatto campagne militari in due Stati che non sono in alcun modo comparabili, a nessun livello. Ma a un certo punto hanno dovuto porre fine alle loro operazioni, senza aver raggiunto alcuno degli obiettivi che si erano prefissati. Hanno lasciato il Paese causando considerevoli disastri». Ora «bisogna aiutare per risollevare l'economia. Tutti devono partecipare, anche gli europei, anche loro hanno responsabilità per la situazione attuale».

- Il gas e l'Europa: «Il deficit di gas in Europa potrebbe essere di 70 miliardi di metri cubi, ma cosa c'entra la Russia? È il risultato artificiale della politica artificiale della Commissione europea». Quanto a maggiori forniture all'Europa, «possono cominciare il giorno dopo l'autorizzazione per l'avvio del Nord Stream 2 da parte dell'authority tedesca». Per il presidente russo, le tensioni sul mercato dell'energia riflettono quello che non funziona nel capitalismo: «Appena cominciano i problemi, tutti chiedono che il governo intervenga».

- Possibile un'alleanza militare con la Cina? «La nostra amicizia con la Cina non è contro nessuno. A differenza della Nato, non vogliamo creare alcun blocco militare chiuso. Il discorso (dell'alleanza militare) è del tutto infondato, punto».

- Il ruolo delle Nazioni Unite: «In questa fase di grandi cambiamenti, l'Onu deve restare punto di riferimento, necessario per normalizzare la situazione». Ma «se distruggiamo il diritto di veto dei membri permanenti, l'Onu morirà immediatamente, diventerà un mero forum di dibattito».

- Ucraina: «La Russia è stata ingannata dicendo che la Nato non si sarebbe allargata verso Est». Il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha de facto aperto le porte della Nato all'Ucraina, secondo Putin. E «la presenza militare della Nato in Ucraina rappresenta una minaccia per la Russia».

- Merkel le mancherà? «È stata una sua scelta andarsene, avrebbe potuto ricandidarsi, c'era questa possibilità».

(di Orietta Moscatelli)