Boris Johnson apre la campagna elettorale: «Corbyn come Stalin, odia i ricchi»
Il Regno Unito è una «supercar bloccata nel traffico» dalla Brexit. «Se riusciremo a fare la Brexit, ci saranno centinaia di miliardi di investimenti»

LONDRA - La promessa di attuare la Brexit senza ulteriori rinvii e la volontà di accreditarsi come unica, credibile, alternativa al leader dei laburisti Jeremy Corbyn, avversario numero uno e principale obiettivo dei suoi attacchi. Boris Johnson ha aperto così la sua campagna elettorale, e quella del Partito Conservatore, in vista del voto del 12. Il capo del governo britannico lo ha fatto attraverso le pagine del Daily Telegraph, dove oggi ha paragonato Corbyn a Iosif Stalin.
Regno Unito «supercar bloccata nel traffico»
«La tragedia del moderno Partito laburista, sotto Jeremy Corbyn, è che detesta la spinta verso il profitto in un modo talmente viscerale da puntare il dito contro singoli individui con un'invidia e uno spirito vendicativo che non si vedevano da quando Stalin perseguitò i kulaki», ha commentato Johnson, che ha poi paragonato il Regno Unito a una «supercar bloccata nel traffico» dalla Brexit. «Se riusciremo a fare la Brexit, ci saranno centinaia di miliardi di sterline di investimenti, che ora stanno solo aspettando di riversarsi in questo paese», ha insistito.
«Cambiare il Parlamento che blocca la Brexit»
Johnson - che parlerà in giornata nelle West Midlands - ha dichiarato che non avrebbe voluto le elezioni, ma che «non c'è stata scelta. C'è solo un modo per portare a termine la Brexit, e temo che la risposta sia chiedere alle persone di cambiare questo Parlamento che la blocca», ha insistito, spiegando: «È tempo di cambiare il lugubre modello degli ultimi tre anni e di uscire dalla nostra routine». Per Johnson, «la scelta è chiara": «Possiamo andare con Corbyn e i suoi due consiglieri preferiti, Dither e Delay ... Oppure possiamo votare per un governo della Nazione conservatore, ragionevole e moderato».
Junker su proposta rinegoziare accordo: «Non realistica»
Il presidente uscente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato martedì alla BBC che la proposta del leader dell'opposizione britannico, Jeremy Corbyn, di negoziare un nuovo accordo di uscita dall'Unione europea non è «realistic». "Non sarò in carica, spetterà alla prossima Commissione decidere se c'è spazio per un nuovo accordo», ma «onestamente, non credo che si tratti di un approccio realistico» ha dichiarato Jean-Claude Juncker in un'intervista alla BBC. Rinviata tre volte, la Brexit è ora prevista per il 31 gennaio 2020. Secondo Jean-Claude Juncker, il Regno Unito avrà lasciato bene l'UE in quella data: «È una lunga storia che deve finire». ha detto. La partenza di Jean-Claude Juncker da capo della Commissione era prevista per il 31 ottobre, ma la tedesca Ursula von der Leyen, che deve succedergli, ha visto il suo incarico differito di almeno un mese a causa di difficoltà per formare la sua squadra.
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