4 novembre 2024
Aggiornato 22:00
Striscia di Gaza

La strage alla Marcia del Ritorno a Gaza: dall'Onu nessuna condanna

Medio Oriente di nuovo nel caos: sedici palestinesi uccisi, 1.300 feriti. Da New York solo un invito alla moderazione

GAZA - Il timore di una nuova escalation delle violenze in Medio Oriente, ma nessuna dichiarazione congiunta sul tragico bilancio degli scontri di ieri al confine tra Israele e la Striscia di Gaza, con 16 palestinesi uccisi e quasi 1.300 feriti durante «La grande marcia del ritorno», indetta in occasione della «Giornata della Terra», che commemora ogni 30 marzo la morte nel 1976 di sei arabi israeliani durante delle proteste contro la confisca della terra palestinese da parte di Israele. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiude così la riunione d’emergenza convocata in tutta fretta per discutere della situazione nella regione, in occasione della «grande marcia del ritorno» per rivendicare il «diritto al ritorno» dei rifugiati palestinesi e denunciare il blocco dell’enclave da parte dello Stato israeliano. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto «un’indagine indipendente e trasparente» e ha ribadito «la prontezza» dell’organismo mondiale a rivitalizzare gli sforzi per la pace, ha spiegato un portavoce. Ma nonostante «il timore che la situazione possa deteriorare nei prossimi giorni, come ha ribadito uno dei vice di Guterres, Taye-Brook Zerihoun, il Consiglio Onu non ha saputo andare oltre un invito generico alla moderazione, rivolto a entrambe le parti.

"Rattristati dalla perdita di vite umane"
Gli arabi israeliani sono i discendenti dei palestinesi rimasti sul posto alla creazione dello Stato di Israele nel 1948. Il presidente palestinese Abu Mazen ha proclamato per il 31 marzo una giornata di lutto nazionale «in onore dei martiri palestinesi uccisi oggi dalle forze di occupazione israeliane». Gran Bretagna e Stati Uniti hanno espresso rammarico per la scelta di convocare già ieri la riunione, uimpedendo di fatto ai rappresentanti di Israele di partecipare. «È essenziale che questo Consiglio sia bilanciato nel suo approccio», ha detto un diplomatico americano alla riunione. «Avremmo dovuto trovare un accordo tra tutte le parti per partecipare», ha aggiunto. «Siamo profondamente rattristati dalla perdita di vite umane oggi», ha aggiunto il diplomatico. «I cattivi attori che usano le proteste come copertura per incitare alla violenza mettono in pericolo vite innocenti», ha insistito. «Il rischio di escalation è molto reale», ha affermato da parte sua un portavoce francese. «Esiste la possibilità di un nuovo conflitto nella Striscia di Gaza».

L'accusa ad Hamas
In una dichiarazione scritta prima dell’incontro, l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha accusato Hamas delle violenza. «Mentre gli ebrei di tutto il mondo si sono riuniti con le loro famiglie per celebrare la festa della Pasqua, i palestinesi hanno affondato un nuovo colpo ingannevole in modo da poter usare le Nazioni Unite per diffondere bugie su Israele», ha detto Danon. «Questo vergognoso sfruttamento delle nostre festività non riuscirà a impedirci di dire la verità sui raduni del terrore di Hamas che mirano a destabilizzare la regione», ha concluso il diplomatico.