26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Tensione tra Russia e Turchia dopo aereo russo abbattuto in Siria

Alle accuse (gravissime) di Mosca, il «no comment» di Erdogan

La Turchia non risponderà alle reazioni «emotive» della Russia dopo l'abbattimento di uno dei suoi aerei militari sulla Siria da parte dell'aviazione turca e non prenderà di mira nè i cittadini nè gli interessi russi, ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan

ANKARA - La Turchia non risponderà alle reazioni «emotive» della Russia dopo l'abbattimento di uno dei suoi aerei militari sulla Siria da parte dell'aviazione turca e non prenderà di mira nè i cittadini nè gli interessi russi, ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan. «Adottiamo un approccio misurato di fronte alle iniziative emotive della Russia» ha dichiarato Erdogan ai giornalisti che l'accompagnavano sull'aereo in volo da Parigi, dove il presidente ha partecipato all'inaugurazione del vertice sul clima, al Qatar, dove ha effettuato una visita di lavoro. Il capo di Stato turco ha escluso l'espulsione di cittadini russi dalla Turchia. «Non sarebbe degno della Turchia» ha detto.

Le misure di Mosca
Mosca ha deciso di reintrodurre i visti d'ingresso per i cittadini turchi a partire dal 1 gennaio e ha chiesto ai suoi cittadini di non recarsi in Turchia. Erdogan si è scagliato contro le sanzioni economiche adottate da Mosca nei confronti di Ankara. «La Russia è un nostro partner strategico, ma guardate quel che fanno: sanzionano i nostri uomini d'affari» ha detto «non useremo lo stesso linguaggio». Il presidente turco ha detto anche che il suo Paese è pronto a fare a meno del gas russo, principale fonte d'energia. «Non abbiamo vissuto sempre con il gas naturale, sapete. Questo popolo è abituato alle privazioni». Le relazioni tra Ankara e Mosca sono in grave crisi dopo che martedì della scorsa settimana l'aviazione turca ha abbattuto un cacciabombardiere russo Sukhoi 24 al confine con la Siria.

Le accuse
Pesantissime, soprattutto, le accuse di Mosca. Il ministero della Difesa russo ha accusato senza mezzi termini il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e la sua famiglia di essere coinvolti nel traffico di petrolio organizzato dall'Isis. «Il principale consumatore del petrolio rubato dal legittimi proprietari, Siria e Iraq, è la Turchia. In base alle informazioni disponibili, il massimo livello della leadership politica del Paese, il presidente Erdogan e la sua famiglia sono coinvolti in questa attività criminale» ha detto il vice ministro Anatoly Antonov. «A voi giornalisti stiamo presentando una serie di prove inconfutabili, non solo sul traffico di petrolio, ma anche sul traffico di armi attraverso il confine turco-siriano» ha aggiunto, durante un briefing a cui era presenta askanews, il vice capo di Stato maggiore Sergei Rudskoi. «Le dimissioni di Erdogan non sono il nostro fine, è un compito che spetta al popolo turco» ha aggiunto Antonov, sottolineando che è necessario «un controllo queste ruberie».

Possibile incontro?
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov è disposto a incontrare il collega turco Mevlut Cavusoglu a margine della riunione dei ministri degli Esteri Osce a Belgrado, domani e dopodomani. «La parte turca chiede con insistenza un incontro di persona con il ministro degli Esteri turco a margine del Consiglio dei ministri degli Esteri Osce a Belgrado. Non eviteremo questo contatto, ascolteremo ciò che Cavusoglu ha da dire» ha detto Lavrov in una conferenza stampa con il collega cipriota Ioannis Kasoulides. Il presidente russo Vladimir Putin ha respinto la richiesta di un incontro faccia a faccia con il capo dello Stato turco Recep Tayyip Erdagan a Parigi, a margine della conferenza Onu sul clima, dopo l'abbattimento di un jet russo sul confine siriano da parte dell'aviazione turca la settimana scorsa.

(Con fonte Askanews)