26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Oggi colloquio telefonico tra Erdogan e Putin

Siria, Davutoglu: la transizione deve garantire la «partenza» di Assad

Per Ankara, un'eventuale transizione politica in Siria deve necessariamente essere «una formula che garantisca la partenza» di Bashar al Assad.

ANKARA - Un'eventuale transizione politica in Siria deve necessariamente essere «una formula che garantisca la partenza» di Bashar al Assad. «La questione di fondo non dovrebbe essere un periodo di transizione con Assad, ma un periodo (di transizione) che assicuri la sua partenza. Dobbiamo insistere su formule che includono la partenza di Assad», ha detto oggi il primo ministro turco Ahmet Davutoglu, in conferenza stampa ad Ankara.

Politica chiara
Secondo il premier turco, la politica della Turchia sulla Siria è «perfettamente chiara». «Noi pensiamo che un leader che aggredisce in maniera così barbara il suo popolo ha perso ogni legittimità», ha commentato Davutoglu.

Rimanga a Mosca
Interpellato sulla visita a sorpresa di ieri di Assad a Mosca, dove il presidente siriano è stato ricevuto da Vladimir Putin, il premier turco ha poi commentato: «se solo potesse restare a Mosca per un lungo periodo... permetterebbe al suo popolo di ritrovare la pace e a questo periodo di transizione di cominciare».

Colloquio con Erdogan
Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo turco Recep Tayyip Erdogan, durante il quale è stata discussa la situazione in Siria e la visita a Mosca del presidente siriano Bashar al Assad: lo ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Putin ed Erdogan «hanno discusso della situazione in Siria e in questo quadro il Capo di Stato russo ha informato il suo omologo sui risultati della visita a Mosca del presidente» siriano Assad. La presidenza turca ha confermato il colloquio, precisando che i due Capi di Stato si incontreranno al vertice del G20 in programma a novembre ad Antalya. Erdogan si è detto «preoccupato per gli ultimi avvenimenti in Siria», avvertendo Putin che i bombardamenti russi potrebbero provocare «una nuova ondata di rifugiati».

(Con fonte Askanews)