22 settembre 2023
Aggiornato 06:30
Bild: secondo fonti del governo tedesco «non è fattibile»

Crisi greca, Berlino contraddice Tsipras: impossibile un accordo entro il 20 agosto

Il governo della Germania sarebbe scettico sulla possibilità dui raggiungere un accordo sul nuovo piano di salvataggio per la Grecia prima del 20 agosto, quando Atene dovrà rimborsare alla Bce titoli di Stato per 3,5 miliardi di euro

BERLINO (askanews) - Il governo della Germania sarebbe scettico sulla possibilità dui raggiungere un accordo sul nuovo piano di salvataggio per la Grecia prima del 20 agosto, quando Atene dovrà rimborsare alla Bce titoli di Stato per 3,5 miliardi di euro. «Non è fattibile», ha affermato una fonte anonima dell'esecutivo tedesco citata dal tabloid Bild.

Scetticismo
Scetticismo che emerge all'indomani segnali orientati nella direzione opposta espressi dal premier greco Alexis Tsipras, che in una intervista aveva affermato che i negoziati sono alle battute finali.

Nuovo prestito ponte?
In assenza di un accordo entro il 20 agosto, per consentire alla Grecia di pagare la Bce, molto probabilmente diventerebbe necessario varare un secondo prestito ponte, come quello effettuato a luglio per coprire una scadenza analoga.

Tsipras contraddetto
Questa notizia giunge a contraddire quanto aveva affermato ieri il primo ministro ellenico Alexis Tsipras, secondo cui i negoziati con i creditori della Grecia in vista di un accordo finale su un terzo prestito internazionale erano «in dirittura d'arrivo».  "Siamo in dirittura d'arrivo per la conclusione di un accordo con le istituzioni», aveva dichiarato Tsipras durante una visita al ministero dell'Agricoltura greco, «Malgrado le difficoltà, speriamo che questo accordo metta fine all'incertezza per la Grecia e l'eurozona». Il capo del governo aveva ribadito che il programma di riforme e di austerity vincolato a questo nuovo prestito comprende anche «ostacoli».

Divisione dei compiti
Su tali questioni di contrasto, senza specificarle, il primo ministro greco aveva promesso di continuare a negoziare dopo l'accordo per ottenere «un calendario e un quadro di attuazione che divida equamente i compiti». Sottolineando che i creditori sono ormai quattro, visto che il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) è ormai parte pregnante del nuovo programma con la Commissione europea, la Banca centrale europea (BCE) e il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Tsipras aveva auspicato che a sua volta il Parlamento europeo possa un giorno essere parte in causa, trattandosi di «un'istituzione che è responsabile, elegge ed è eletta».