28 marzo 2024
Aggiornato 19:30
Legge approvata dal parlamento

Israele alimenterà forzatamente i detenuti palestinesi in sciopero della fame

Il parlamento israeliano ha approvato oggi una legge che autorizza l'alimentazione forzata dei detenuti in sciopero della fame qualora la loro vita sia a rischio

GERUSALEMME (askanews) - Il parlamento israeliano ha approvato oggi una legge che autorizza l'alimentazione forzata dei detenuti in sciopero della fame qualora la loro vita sia a rischio. La legge, che punta a impedire ai detenuti palestinesi di fare pressioni sulle autorità israeliane rifiutando il cibo, era già stata approvata dal governo nel giugno del 2014, durante uno sciopero della fame di massa dei prigionieri palestinesi, che aveva portato al ricovero di decine di loro. Anche se non vengono menzionati esplicitamente i palestinesi, il ministro della Sicurezza interna israeliano, Gilad Erdan, ha sottolineato la necessità della legge dal momento che «scioperi della fame da parte dei terroristi in prigione sono diventato uno strumento per minacciare Israele».

Necessità o coercizione?
La legge, adottata con 46 voti a favore e 40 contrari, su complessivi 120 deputati, «sarà usata solo se un medico stabilisce che continuare a fare lo sciopero della fame rappresenta un rischio immediato per la vita del prigioniero o danni a lungo termine per la sua salute", ha precisato David Amsalem del partito Likud del premier Banjamin Netanyahu. Tuttavia, i membri dell'opposizione hanno criticato la legge, definita dalla Lista araba unita «una norma per torturare i prigionieri palestinesi», che nega il loro «legittimo» diritto a resistere e che rispecchia «la visione distorta» del governo Netanyahu sui «valori democratici fondamentali»

Legge controversa
Secondo l'Associazione per i diritti civili in Israele, la maggioranza dei prigionieri in sciopero della fame sono palestinesi in detenzione amministrativa, una misura che consente a Israele di tenere in carcere i palestinesi senza capi di accusa per periodi di sei mesi rinnovabili a tempo indefinito. Martedì scorso, il relatore speciale dell'Onu sulla tortura, Juan Mendez, e quello sul diritto alla salute, Dainius Puras, avevano chiesto al parlamento di non approvare la legge.