18 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Vertice a Vienna

Nucleare iraniano: data limite Congresso USA «non è sacra»

Lo hanno reso noto fonti governative di Teheran. Né Usa né Iran vogliono «precipitarsi» verso accordo nucleare. Scadenza per accordo era fissata per la mezzanotte di giovedì

VIENNA (askanews) - La data limite di giovedì fissata dal Congresso statunitense per ricevere il testo di un eventuale accordo nucleare fra l'Iran e le grandi potenze «non è sacra»: lo hanno reso noto fonti governative di Teheran.
«Per noi nessuna data è sacra al punto da sacrificare un buon accordo» hanno spiegato le fonti all'Agence France Presse.
Perché il Congresso possa esaminare il testo di un accordo entro trenta giorni questo dovrà essere infatti trasmesso a Washington prima delle 6 del mattino del 10 luglio, ora italiana (ovvero la mezzanotte di giovedì ora locale).
Nonostante alcune dichiarazioni ottimistiche soprattutto da parte russa non è chiaro se un'intesa sarà raggiunta nelle prossime ore: il Segretario di Stato americano, John Kerry, parlerà alle 19 ora italiana per riferire sullo stato delle trattative.

Né Usa né Iran vogliono «precipitarsi» verso accordo nucleare
La prospettiva di un accordo sul nucleare iraniano resta ancora incerta al quattordicesimo giorno di maratona negoziale a Vienna. Un responsabile della delegazione iraniana ha accusato ieri sera le potenze occidentali di cambiare posizione nel corso delle trattative: «Purtroppo, constatiamo dei cambiamenti di posizione su un alto numero di questioni», ha dichiarato la fonte «e ciò rende le cose più difficili».
Tanto gli Stati Uniti che l'Iran non intendono «precipitarsi» verso un accordo, come è apparso evidente ieri sera dal ping pong verbale tra il segretario di stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif.
«Dato che le questioni sono estremamente tecniche e la posta in gioco molto, molto alta, non ci precipiteremo e non ci lasceremo affrettare verso un accordo», ha dichiarato Kerry alla stampa davanti al palazzo Coburg a Vienna, dove si svolgono i negoziati. Quasi contemporaneamente il suo omologo iraniano twittava: «Stiamo lavorando alacremente, ma senza precipitazione. Non si cambia cavallo in mezzo al guado" e poi ha risposto a un giornalista affacciato da un balcone: resteremo a Vienna "per tutto il tempo necessario».