La prudenza di Berlino sul genocidio armeno
La Germania, diversamente da una ventina di Paesi, tra i quali la Francia e la Russia, non ha finora riconosciuto il genocidio armeno per non indispettire la Turchia, un partner importante. Nel paese centro-europeo, inoltre, vive un'imponente comunità turca, fatta da tre milioni di persone, particolarmente sensibile alla tematica.
BERLINO (askanews) - La Germania, diversamente da una ventina di Paesi, tra i quali la Francia e la Russia, non ha finora riconosciuto il genocidio armeno per non indispettire la Turchia, un partner importante. Nel paese centro-europeo, inoltre, vive un'imponente comunità turca, fatta da tre milioni di persone, particolarmente sensibile alla tematica.
Nessuna polemica sui termini
Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha assicurato che la memoria di quei crimini non deve «essere ridotta a un termine o una polemica sui termini». Ma, in seno ai Cristiano democratici della cancelliera Merkel, si sono levate altre voci che hanno chiesto un riconoscimento del genocidio armeno. Il presidente della repubblica Joachim Gauck prenderà parte giovedì sera a una commemorazione a Berlino, nella quale farà un breve intervento in cui potrebbe usare anche il termine «genocidio».
La prudenza della Germania
In una risoluzione del Bundestag del 2005, i parlamentari tedeschi si sono accontentati di constatare che «molti storici indipendenti, parlamenti e organizzazioni internazionali considerano l'espulsione e lo sterminio degli armeni come un genocidio». Il testo insiste inoltre sul «carattere unico dell'Olocausto di cui la Germania s'assume la colpa e la responsabilità». Il progetto di risoluzione è stato oggetto d'intensi scambi tra il governo, il Bundestag e la presidenza della Repubblica a causa delle divergenza sulle opportunità di qualificare gli eventi del secolo scorso come genocidio. Il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert, ha affermato oggi che il governo è favorevole al testo.