19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Russia e Ucraina, ma anche Moldova e Georgia ne scontano gli effetti

La crisi russo-ucraina prostra l'economia di un'intera regione

La guerra ha ucciso 6000 persone, ma ha mietuto altre vittime: le economie dell'intera regione ex sovietica. Non solo la Russia, prostrata dalle sanzioni, dall'embargo, dal crollo del prezzo del petrolio e dall'inflazione, e nemmeno solo l'Ucraina, strozzata dalla crisi: a risentirne, anche Moldova e Georgia, con effetti potenzialmente devastanti.

KIEV - Entrava in vigore esattamente due mesi fa il cessate il fuoco nell'Ucraina orientale tra le forze di Kiev e i separatisti filorussi. Una tregua, negoziata con l'aiuto dei leader europei, giunta come secondo tentativo di fermare un conflitto che ha già mietuto circa 6000 vittime, ma che non accenna a spegnersi.

La tensione non si allenta
Eppure, numerose sono state le recenti violazioni dell'accordo, denunciate dalla comunità internazionale. E i rapporti tra i due stati dell'ex URSS rimangono estremamente tesi: proprio oggi, durante il «filo diretto con la nazione», Putin ha accusato Kiev di non impegnarsi abbastanza per allentare la tensione, e, a proposito di Poroshenko, ha commentato: «I partner non si scelgono». Nessuna distensione, insomma, nonostante Mosca si sia premurata più volte di smentire le voci secondo cui avrebbero inviato armi e soldati in Ucraina: lo ha ribadito anche oggi il leader del Cremlino. Eppure, tale assicurazione non ha fermato Usa e Ue dall'infliggere alla Russia pesanti sanzioni economiche, che, ha affermato qualche ora fa Putin, sarebbero ormai soltanto una «questione politica», in nessun modo più legata alla crisi ucraina.

Mosca tra sanzioni, inflazione e patriottismo alimentare
Sanzioni che, nonostante la sicurezza ostentata da Mosca, pesano in maniera evidente sull'economia del Paese, per di più combinate con il crollo del prezzo del petrolio: non a caso, il rublo è sceso a quasi la metà del suo valore dall'inizio della crisi. L'economia si sarebbe contratta dello 0,7% nel primo trimestre, e il FMI prevede una contrazione del 3,8% per quest'anno. In più, l'embargo sui cibi occidentali imposto dal Cremlino ha prostrato i consumatori, già in difficoltà per l'inflazione. A guadagnarci, però, sarebbero state le imprese e i piccoli produttori locali, che negli ultimi mesi hanno visto un'impennata delle vendite. Un'autarchia che starebbe sfociando nel patriottismo alimentare al limite della propaganda, tanto che il Cremlino avrebbe offerto 17 milioni di euro a due cineasti per aprire una catena di fastfood che faccia concorrenza a McDonald's. Ovviamente, con prodotti rigorosamente made in Russia.

Ucraina strozzata dalla crisi
Non se la passa meglio l'Ucraina, la cui valuta, la Grivnia, è stata l'unica a fare peggio del rublo. Nel 2015, la sua economia dovrebbe contrarsi del 5,5%, nonostante il pacchetto di salvataggio del FMI da 17,5 miliardi di dollari. Il Paese, inoltre, dovrà, entro giugno, chiudere un piano di ristrutturazione del debito con i creditori, stanziato per riempire un buco di ben 15 miliardi di dollari. Kiev, insomma, sta pagando un prezzo molto alto per la situazione politica in cui versa, ormai, da oltre un anno.

Moldova e Georgia scontano la situazione geopolitica
Anche la Moldova, lo Stato più povero dell'Ue, versa in una situazione difficile, a causa della rappresaglia russa e dall'embargo impostole un anno e mezzo fa con il pretesto di «motivi sanitari" e peggiorata dalla crisi geopolitica. A tenerla in piedi, solo le importazioni della Norvegia di vino moldavo, che rappresentano la metà di quelle russe di un tempo. La situazione è complessa anche in Georgia, che sette anni fa dichiarò guerra alla Russia per alcuni territori contesi, e che oggi sconta gli effetti della crisi ucraina: se nel 2014 il Pil nazionale era cresciuto del 4,7%, oggi la crescita sfiora a malapena il 3%. Le cause sono da trovare nella tensione geopolitica, nel crollo del rublo e nel cambio di politica economica del governo, da liberale a centralizzata. In ogni caso, non c'è dubbio che la guerra ucraina stia strozzando flussi di capitali, esportazioni e turismo, tanto che la moneta nazionale, il Lari, ha perso circa il 20% del suo valore sul dollaro. Insomma, gli effetti economici del confronto geopolitico tra Ucraina e Russia stanno cominciando a influenzare i destini dell’intera regione, e le conseguenze potrebbero essere disastrose.