26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
La crisi ucraina e le sanzioni

Putin: Forse i sauditi vogliono «uccidere» i loro rivali

UE e USA hanno imposto sanzioni economiche contro la Russia per il suo ruolo nella crisi ucraina, prendendo di mira il settore energetico, la difesa e la finanza e mandando a picco il rublo. L'impatto delle misura punitive si è sommato a quello del calo dei prezzi del greggio.

MOSCA - La Russia perde più di 40 miliardi di dollari l'anno a causa delle sanzioni occidentali, ma riuscirà a evitare la catastrofe, secondo il presidente Vladimir Putin, che giudica le misure «non fatali» per l'economia russa. «Perderemo circa 40 miliardi di dollari l'anno a causa delle sanzioni geopolitiche» ha detto il ministro delle Finanze Anton Siluanov. «E' certamente importante, ma non è tanto critico, anche per il bilancio, quanto il calo del prezzi del petrolio» ha avvertito il ministro. «La Russia perderà circa 100 miliardi di dollari a causa di un calo del 30% dei prezzi del petrolio».

UE e USA hanno imposto sanzioni economiche contro la Russia per il suo ruolo nella crisi ucraina, prendendo di mira il settore energetico, la difesa e la finanza e mandando a picco il rublo. L'impatto delle misura punitive si è sommato a quello del calo dei prezzi del greggio. Ieri Putin, in un'intervista alla Tass ha detto che il crollo del rublo danneggerà l'economia russa «fino a un certo punto, ma non causerà danni fatali». Il capo del Cremlino ha aggiunto che sulla vicenda ucraina la Russia «ha ragione» e che «la forza deriva dalla verità».

Putin ha anche minimizzato la decisione occidentale di mettere sulla lista nera una serie di personalità russe a lui vicine, in quanto basata «sulla falsa premessa» di danneggiare la sua persona. Sabato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha accusato l'Occidente di tentare un «cambio di regime» in Russia attraverso sanzioni mirate a distruggere l'economia e ad alimentare la protesta. La Russia ha replicato con un embargo sui prodotti alimentari da Usa, Canada, Australia, Norvegia e Unione europea.

Siluanov ha sottolineato, in merito al crollo del greggio, che «anche il rublo ha perso il 30%... Dico, guardate i prezzi del greggio. Comunque si comportino, il rublo li seguirà». La divisa russa ha messo a segno una lunga serie di minimi record contro euro e dollaro durante il conflitto ucraino, prima di recuperare negli scorsi giorni dopo che l'Unione europea ha deciso di non adottare nuove sanzioni economiche. A metà seduta il rublo si scambia a 44,80 per dollaro e 55,54 per euro. Le sanzioni hanno anche provocato una fuga di capitali dalla Russia che Siluanov ha stimato in 130 miliardi di dollari quest'anno. «Le uscite di capitali provengono soprattutto dalla conversione del risparmio, in primo luogo dei cittadini, in un periodo di volatilità del rublo» ha spiegato.

Venerdì il ministro dell'Energia Alexander Novak ha detto che la Russia pensa di ridurre di un terzo la produzione di petrolio per tentare di frenare il calo dei prezzi. La Russia non ha i mezzi tecnici per ridurre rapidamente la produzione, ma il governo sta pensando all'«opportunità di questi metodi». La Russia non fa parte dell'Opec, che questa settimana si riunisce per decidere se tagliare la produzione, i membri più poveri del cartello dei produttori, Venezuela and Ecuador, chiedono di ridurre la produzione, appoggiati dall'Iran. Ma l'Arabia saudita e i Paesi del Golfo non intendono accogliere la richiesta a meno di avere garantite quote di mercato. Metà delle entrate pubbliche della Russia provengono dalle tasse sul petrolio. Il budget 2014-2017, approvato venerdì dalla Duma, si basa su un prezzo del greggio di 96 dollari il barile. Il petroli al momento quota 80 dollari il barile.

Putin ieri ha ipotizzato un'intesa tra USA e Arabia saudita per far crollare i prezzi del greggio. «Forse i sauditi vogliono 'uccidere' i loro rivali» ha detto. «Molti dicono (...) che è apposta per far affondare l'economia russa». Ma il presidente ha sottolineato che, se le sanzioni e il calo del petrolio spingono al ribasso il rublo, questo non tocca più di tanto la Russia, perchè «le entrate pubbliche sono aumentate, non diminuite». Secondo la banca centrale la crescita russa sarà dello 0,3% quest'anno e pari a zero il prossimo.