30 aprile 2025
Aggiornato 22:30
La crisi israelo-palestinese

Gaza, 16 morti in una scuola ONU

Questa mattina all'alba colpi di artiglieria hanno colpito la scuola Onu situata nel campo profughi di Jabalia, nel nord dell'enclave palestinese, dove negli ultimi giorni si sono rifugiate molte persone in fuga dai combattimenti. Secondo fonti Onu i morti sarebbero 16, mentre il portavoce dei servizi sanitari di Gaza ha riferito di almeno 20 persone uccise.

GAZA - Almeno 16 palestinesi sono rimasti uccisi oggi in una scuola delle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza. Al 23esimo giorno di conflitto tra Israele e Hamas si contano circa 1.260 morti palestinesi e 56 israeliani, tra cui 53 soldati, mentre proseguono gli sforzi della comunità internazionale per arrivare a un cessate il fuoco; una delegazione palestinese è pronta a tornare oggi al Cairo per discutere la proposta di tregua temporanea presentata ieri, sebbene sia stata respinta dal leader del braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam.

Questa mattina all'alba colpi di artiglieria hanno colpito la scuola Onu situata nel campo profughi di Jabalia, nel nord dell'enclave palestinese, dove negli ultimi giorni si sono rifugiate molte persone in fuga dai combattimenti. Secondo fonti Onu i morti sarebbero 16, mentre il portavoce dei servizi sanitari di Gaza ha riferito di almeno 20 persone uccise.

HAMAS FAVOREVOLE AD UNA TREGUA - L'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) ha annunciato ieri di aver ottenuto il consenso di Hamas per una tregua umanitaria di 24 ore, riferendo di contatti tra il presidente palestinese Abu Mazen e il capo dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal: «Ha proposto una tregua di 24 ore e Meshaal e Hamas hanno accettato», ha detto Nabil Shaath alla France presse.

Tuttavia in una rarissima dichiarazione diffusa da radio e televisione, Mohammed Deif, leader delle Brigate Ezzedin al-Qassam, ha ribadito che ogni accordo di tregua con Israele deve prevedere la fine dell'«aggressione» israeliana e la revoca del blocco a Gaza. "Non accettiamo nessuna condizione per il cessate il fuoco - ha detto - e non c'è cessate il fuoco senza la fine dell'aggressione e la revoca dell'assedio».

Israele non ha invece commentato l'iniziativa delle autorità palestinesi, mentre ieri il segretario di Stato USA, John Kerry, ha riferito di un colloquio telefonico con Benjamin Netanyahu, in cui il premier israeliano avrebbe avanzato la possibilità di una tregua, a condizione «che permetta a Israele di proteggersi dai tunnel».