28 agosto 2025
Aggiornato 08:30
Medio Oriente | La crisi siriana

Damasco: Pronti a cooperare con le Nazioni Unite

La Coordinatrice dell'ONU per gli affari umanitari, Valerie Amos, nel Paese. ONU: Quartieri di Homs «completamente devastati». In un anno di violenze morte 8.500 persone

DAMASCO - La Siria è pronta a «cooperare» con la delegazione umanitaria delle Nazioni Unite. Lo ha detto il ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem dopo aver incontrato a Damasco la coordinatrice delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, Valerie Amos.
Secondo l'agenzia stampa Sana, Walid Mouallem ha «sottolineato l'impegno della Siria a cooperare con la delegazione nel quadro del rispetto, della sovranità e dell'indipendenza della Siria e in coordinazione con il ministero degli Esteri».
Amos si sta ora recando a Homs, la città bombardata massicciamente dalle forze del presidente Bashar al-Assad.
La Siria ha finora bloccato l'accesso dei convogli umanitari della Croce rossa a Homs per ragioni di sicurezza. Amos ha detto che il suo obiettivo è quello di fare pressioni «su tutte le parti, affinché sia permesso l'ingresso agli operatori umanitari, in grado di evacuare i feriti e consegnare gli aiuti».

ONU: Quartieri di Homs «completamente devastati» - La responsabile delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, Valerie Amos, ha constatato che i quartieri della città siriana di Homs da lei visitati nella giornata di oggi sono «completamente devastati»: lo ha reso noto la sua portavoce, Amanda Pitt, precisando che Amos ha cercato di visitare delle zone della città occupate dalle milizie ribelli «ma non ha potuto farlo per motivi di sicurezza».

In un anno di violenze morte 8.500 persone - Sono circa 8.500, in gran parte civili, le persone uccise nelle violenze in Siria, dall'inizio della rivolta anti-Assad, nel marzo 2011. Lo ha detto oggi l'Osservatorio siriano ei diritti dell'uomo (Sohr). Tra le vittime ci sono 6.195 civili e 2.263 soldati e mebri dei servizi di sicurezza, tra cui 428 disertori che si sono uniti ai ribelli. Un totale di 8.458 morti, ha aggiunto il capo del Sohr, Rami Abdel Rahmane.