25 aprile 2024
Aggiornato 11:30
La crisi del debito greco

Schaeuble porta ad Atene l'esempio italiano

Il Ministro delle Finanze tedesco: Tutti i partiti uniti dietro al Governo Monti. Chiunque osservi i progressi fatti dall'Italia dovrebbe rifletterci. Venizelos: Le condizioni UE saranno «soddisfatte». Diversi paesi non ci vogliono più

BERLINO - In una lunga intervista radiofonica alla SWR, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha portato ad Atene l'esempio dell'Italia, dove tutte le forze politiche si sono unite dietro il governo Monti per sormontare la crisi: «Chiunque osservi i progressi fatti dall'Italia dovrebbe rifletterci», ha detto Schaeuble, «ma non sono io a poterlo ordinare alla Grecia».
L'inquietudine del ministro delle Finanze tedesco si riferisce all'effettiva determinazione dei partiti greci a mettere in pratica le riforme varate dall'attuale governo e approvate dal parlamento. «A mio avviso è questo il punto più problematico - ha spiegato Schaeuble - quando si osserva la situazione politica interna greca (...) ci si pone la domanda: chi potrà garantire che ciò che decidiamo oggi varrà ancora dopo le elezioni?».
I greci saranno chiamati alle urne ad aprile e i paesi europei creditori di Atene vogliono delle garanzie che i vincitori delle elezioni applicheranno la politica di austerità e di riforme varata pochi giorni fa. Ma non tutte le forze politiche greche sono pronte ad impegnarsi su questo punto, fra queste il partito conservatore Nuova Democrazia, favorito nei sondaggi. «E' esattamente questo il problema», ha concluso Schaeuble.

Venizelos: Le condizioni UE saranno «soddisfatte» - Le condizioni poste dall'Eurozona alla Grecia «saranno soddisfatte» entro l'orario fissato per l'inizio della teleconferenza. Lo ha fatto sapere il ministro delle Finanze greco, Evangélos Venizelos.
Ieri il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claud Juncker, pur salutando gli «ulteriori progressi» fatti dal governo greco, non ha nascosto il suo disappunto per il fatto che, finora, sia stata rispettata solo una delle tre condizioni poste mercoledì scorso ad Atene per accedere al secondo programma di aiuti, cioè l'approvazione parlamentare del piano d'austerità. Mancano le altre due condizioni, un elenco preciso delle voci del bilancio pubblico greco da tagliare in modo strutturale per un ammontare di 325 milioni di euro e l'impegno scritto da parte dei leader dei due partiti che sostengono la coalizione di governo, il Pasok (socialisti) e Nea Democratia (conservatori), di attuare il piano di austerità anche dopo le elezioni di aprile, indipendentemente da chi le vincerà.

Diversi paesi UE non ci vogliono più - «Diversi» paesi europei «non vogliono più» la Grecia, ha detto oggi il ministro delle finanze greco Evangélos Vénizélos che asupica di poter riuscire a «convincere» i paesi partner della Ue che la Grecia potrebbe «riuscire» a restare nella zona euro.
«Bisogna dire la verità al popolo greco: ci sono diversi paesi che non ci vogliono più. E bisogna convincerli che la Grecia può restare nella moneta unica». Questo, ha aggiunto, è essenziale «per le prossime generazioni, per i nostri figli» ha detto il ministro delle finanze prima di incontrare il presidente della repubblica Carolos Papoulias.