29 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Medio Oriente | La crisi siriana

Siria, oggi 50 morti. Gli USA chiudono l'ambasciata

Russia e Cina nel mirino per il veto all'ONU. Sarkozy chiamerà Medvedev. Obama: Assad sente che il cerchio si sta stringendo. Ban: Veto all'ONU non autorizza Assad ad aggravare le violenze

ROMA - A circa 48 ore dal veto di Russia e Cina alla risoluzione Onu contro Damasco, e in una giornata di bombardamenti e scontri che hanno fatto altre 50 vittime, gli Stati Uniti hanno annunciato la chiusura della loro ambasciata in Siria. Una dura presa di posizione contro il regime di Bashar al Assad a cui ha fatto seguito il richiamo a Londra per consultazioni del capo della diplomazia britannica in Siria. Ma a finire nel mirino della critica, oggi, non sono stati solo il presidente siriano con il suo governo. Durissima, infatti, è stata la condanna giunta da Parigi e Berlino per la scelta fatta da Mosca e Pechino al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite. «La Germania e la Francia non lasceranno morire il popolo siriano. Quello che sta succedendo è uno scandalo. Non siamo disposti ad accettare l'indecisione o il blocco della comunità internazionale», ha detto Nicolas Sarkozy, preannunciando una telefonata al collega russo Dmitri Medvedev anche a nome della cancelliera Angela Merkel.

Terzi: L'Europa potrebbe ritirare i Diplomatici - Intanto, i paesi dell'Unione Europea stanno valutando la possibilità di espellere i rappresentanti diplomatici siriani, ed eventualmente ritirare i propri ambasciatori da Damasco, ha annunciato il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che sulla linea sostenuta da Mosca e Pechino ha commentato: «E' estremamente sgradevole, per usare un eufemismo»; il veto «non ci doveva essere perché si è basato su considerazioni di fatto e di diritto completamente sbagliate». E proprio su indicazione di Terzi, il segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo oggi pomeriggio ha espresso all'ambasciatore siriano a Roma Khaddour Hasan la più ferma condanna e lo sdegno del governo italiano per le inaccettabili violenze perpetrate dal regime di Damasco nei confronti della popolazione civile.
Da parte sua, il governo saudita ha chiesto oggi «misure decisive» per fermare «lo spargimento di sangue in Siria» ed ha messo in guardia contro «una catastrofe umanitaria», mentre il presidente turco Abdullah Gul ha espresso lo scontento di Ankara per il duplice veto.

Obama: Assad sente che il cerchio si sta stringendo - Da Washington, nel frattempo, è arrivata la promessa a «raddoppiare gli sforzi» per costringere il presidente siriano Bashar al Assad a lasciare il potere; un impegno che - stando a quanto riferisce il New York Times - potrebbe anche tradursi in un tacito assenso alla consegna di armi all'opposizione siriana. Almeno ufficialmente, però, Barack Obama resta favorevole a una soluzione negoziata del conflitto. In un'intervista all'emittente NBC, Obama si è pronunciato contro un intervento militare in Siria. «E' importante risolvere la crisi senza ricorrere a un intervento esterno e penso che sia ancora possibile», ha dichiarato. «Mi sembra che numerose persone in Siria pensino che sia ormai giunto il tempo di voltare pagina, il regime di Assad sente che il cerchio si sta stringendo. La questione non è se, ma quando» ciò avverrà, ha aggiunto Obama.

Ban: Veto all'ONU non autorizza Assad ad aggravare le violenze - Il blocco di una risoluzione al Consiglio di sicurezza non autorizza il governo siriano ad accentuare la repressione contro il suo popolo: è quanto ha detto oggi il Segretario Generale dell'Onu, Ban Ki-moon.
Parlando dei «continui attacchi contro la città di Homs», Ban si è detto «costernato» e ha aggiunto: «una violenza tale è del tutto inaccettabile dal punto di vista umano». Riferendosi al doppio veto russo e cinese al Consiglio di sicurezza di sabato, il numero uno del Palazzo di Vetro ha sottolineato che «non dà alcun permesso alle autorità siriane di aggravare gli attacchi contro la popolazione siriana». «Nessun governo può commettere atti simili contro il proprio popolo senza perdere una parte della sua legittimità», ha aggiunto. Ban ha anche ricordato a Damasco «che è responsabile, sulla base delle leggi internazionali sui diritti umani di tutti gli atti di violenza commessi dalle sue forze di sicurezza contro i civili».
«Tutte le violenze devono cessare immediatamente» in Siria, ha detto ancora Ban chiedendo a «tutte le parti interessate nel Paese e alla comunità internazionale di raddoppiare gli sforzi» per porre fine alla violenza e trovare una soluzione pacifica e democratica.