In Siria continua la repressione mentre si riunisce il Consiglio dell'ONU
Almeno 34 civili sono stati uccisi dalle forze di sicurezza, nella giornata in cui anche il responsabile della missione di osservazione della Lega Araba, Mohammed al-Dabi, ha ammesso che le violenze nel Paese sono «aumentate considerevolmente»
DAMASCO - La giornata di preghiera del venerdì, accompagnata da numerose manifestazioni anti-governative, si chiude con un sanguinoso bilancio: almeno 34 civili sono stati uccisi dalle forze di sicurezza, secondo quanto reso noto fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani, nella giornata in cui anche il responsabile della missione di osservazione della Lega Araba, Mohammed al-Dabi, ha ammesso che le violenze nel Paese sono «aumentate considerevolmente» negli ultimi tre giorni, in particolare nelle provincie di Hama, Homs e Idleb.
«La situazione attuale non aiuta certo a stabilire un clima tale dea ottenere che tutte le parti si siedano al tavolo negoziale», ha proseguito al-Dabi, chiedendo «la fine immediata delle violenze per proteggere il popolo siriano e aprire la strada a delle soluzioni pacifiche».
Si riunisce il Consiglio di sicurezza dell'ONU - Alle 21 ora italiana è prevista una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell'Onu, nel tentativo di giungere ad un accordo per una nuova risoluzione: tuttavia, la Russia ha già fatto sapere di non voler sottoscrivere alcun documento nel quale si ponga come condizione l'abbandono del potere da parte del presidente siriano Bashar al-Assad.
La terribile conta dei morti - Sul terreno, 19 persone sono state uccise a Nawa, nella provincia di Daraa; cinque ad Aleppo (le prime nella seconda città del Paese dall'inizio dei disordini, nel marzo scorso); cinque ad Homs; tre a Duma, quartiere di Damasco; una ad Hama e una ad Hamorieh, altro quartiere della capitale. Inoltre, dodici membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi in due diversi attentati: sei poliziotti sono morti nell'esplosione di un'autobomba collocata nei pressi di un check point mentre un gruppo di disertori ha attaccato a Mazairib due pullman della sicurezza, uccidendo sei agenti.
Infine, secondo un rapporto diffuso dall'Unicef, l'Agenzia per l'infanzia delle Nazioni Unite, almeno 384 minorenni sono stati uccisi dalle forze di sicurezza dall'inizio dei disordini in Siria, nel marzo scorso, e altri 380 risultano detenuti.
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