Iran, USA e Gran Bretagna preparano i piani d'attacco, Israele diviso
Gli Israeliani ritengono che l'attacco scatenerà una guerra regionale. Teheran: Gli USA hanno perso la saggezza, noi pronti al peggio. Mosca: Si può ancora trovare un accordo sul nucleare. NATO: Non abbiamo intenzione di intervenire militarmente. USA: La Cina fornisce a Teheran armi convenzionali avanzate
NEW YORK - Le forze armate britanniche hanno accelerato i preparativi per un eventuale attacco aereo sui siti nucleari iraniani e potrebbero dispiegare nella regione delle unità della Royal Navy per appoggiare azioni militari statunitensi che sarebbero attualmente in fase di studio. La notizia - e l'eventualità di una partecipazione di Israele all'iniziativa militare - ha diviso l'opinione pubblica israeliana ed ha provocato una spaccatura nel governo presieduto da Benjamin Netanyahu.
Secondo fonti citate dal Guardian, l'Iran avrebbe riguadagnato le capacità tecnologiche messe in crisi dal cyber-attacco dello scorso anno, un virus informatico che sarebbe stato preparato da esperti statunitensi e israeliani per colpire gli impianti nucleari iraniani. Ad accelerare i preparativi - nonostante l'Amministrazione Obama non abbia alcuna intenzione di ricorrere a nuove azioni militari prima delle prossime elezioni presidenziali - avrebbero contribuito due fattori: il prossimo rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, non ancora reso pubblico ma il cui contenuto ravviverebbe le preoccupazioni occidentali sui programmi iraniani, e la decisione di Teheran di trasportare alcune centrifughe e altri equipaggiamenti nella base di Qom, scavata nella montagna e poco vulnerabile agli attacchi missilistici.
Opinione pubblica israeliana divisa - Intanto, secondo un sondaggio di Ha'aretz-Dialog, la società civile israeliana è profondamente divisa sull'opportunità di una partecipazione israeliana a un'eventuale operazione militare guidata da Stati Uniti e Regno Unito. Il 41% delle persone interpellate ha dato parere favorevole, il 39% ha espresso opinione contraria. Il 20% degli interpellati si è detto indeciso. Una divisione che riflette la spaccatura in seno al governo. In particolare, su posizioni opposte si sono espressi il vice premier Moshe Yaalon e il ministro della Difesa Ehud Barak. Il primo, riferisce Ha'aretz, avrebbe sposato una posizione di cautela, accusando il secondo di essere «favorevole a un'azione militare». «La frustrazione di Yaalon si riflette pensieri e giudizi che mancano di equilibrio», è stato il commento del ministro della Difesa.
Teheran: Gli USA hanno perso la saggezza, noi pronti al peggio - «L'Iran è pronto al peggio»: lo ha detto oggi il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, commentando, a margine di una conferenza stampa a Bengasi, la notizia secondo cui gli Stati Uniti potrebbero accelerare la pianificazione di un attacco contro l'Iran, a causa del suo controverso programma nucleare.
«Sfortunatamente gli Usa hanno perso qualsiasi saggezza e prudenza nel loro modo di trattare le questioni internazionali», ha detto il capo della diplomazia iraniana. «Hanno perso la ragione, siamo pronti al peggio ma speriamo ci pensino due volte prima di muoversi verso uno scontro con l'Iran», ha aggiunto Salehi.
Gli Israeliani ritengono che l'attacco scatenerà una guerra regionale - La stragrande maggioranza degli israeliani (l'80%) è convinta che un eventuale attacco contro l'Iran porterà anche a una guerra con Hamas a Gaza e con Hezbollah nel Libano meridionale. Lo rivela un sondaggio pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz. Il 59% ritiene che un tale scenario sia altamente probabile, il 21% pensa sia abbastanza probabile mentre il 20% afferma che il rischio di una guerra è molto improbabile.
Il sondaggio rivela anche che il 52% degli israeliani si fida del modo con cui il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Ehud Barak si occupano del dossier iraniano. Il 37% non si fida dei due politici, mentre l'11% non ha alcuna idea precisa al riguardo.
Questa settimana i media hanno diffuso la notizia che Netanyahu e Barak sarebbero favorevoli a un attacco militare contro i siti nucleari iraniani, e starebbero cercando di convincere gli altri membri del governo sull'opportunità di un intervento per impedire a Teheran di dotarsi della bomba atomica.
Mosca: Si può ancora trovare un accordo sul nucleare - Mosca pensa che «ci si può ancora mettere d'accordo con gli iraniani» ma le «possibilità si riducono» se si continua a mettere l'accento «sulla necessità di un cambio di leadership» e sulla crescente preoccupazione per l'avanzamento del programma nucleare di Teheran. Lo affermano alte fonti diplomatiche russe, sottolineando che questo potrebbe essere uno dei temi dei prossimi negoziati tra il presidente russo Dmitri Medvedev e il presidente Usa Barack Obama a Honolulu, a margine del Vertice Apec l'11 e il 12 novembre.
«Noi siamo in continuo dialogo con il Sestetto - cioè i sei paesi impegnati nella mediazione per la soluzione della questione nucleare iraniana - e le autorità di Teheran» continua la fonte da Mosca. «Ma le possibilità di trovare un accordo si riducono se si prosegue a insistere» su pressioni e azioni di forza. «Bisogna invece insistere» su «soluzioni realistiche».
NATO: Non abbiamo intenzione di intervenire militarmente - La Nato non ha «alcuna intenzione di intervenire» in Iran, ed è favorevole alla ricerca di una soluzione diplomatica nel dossier nucelare iraniano. Lo ha dichiarato oggi il segretario generale delle Nazioni Unite, Anders Fogh Rasmussen.
«La Nato non ha alcuna intenzione di intervenire in Iran e non è coinvolta, come alleanza, nella questione iraniana», ha indicato Rasmussen, commentando le notizie diffuse dai media israeliani relative al dibattito in corso in seno al governo israeliano sull'opportunità di attaccare o meno i siti nucleari iraniani.
«Noi sosteniamo gli sforzi internazionali per ricercare soluzioni politiche e diplomatiche al problema iraniano, e invitiamo i dirigenti iraniani a conformarsi alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu e a mettere fine all'arricchimento dell'uranio», ha aggiunto il segretario generale della Nato, parlando dalla sede dell'Alleanza a Bruxelles. I media israeliani, negli ultimi giorni, hanno dato conto di un dibattito in seno al governo tra i membri favorevoli a un intervento militare contro l'Iran - tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Ehud Barak - e gli oppositori, ancora in maggioranza.
USA: La Cina fornisce a Teheran armi convenzionali avanzate - La Cina sta continuando a fornire all'Iran missili e altro armamento di tipo convenzionale, in violazione delle sanzioni delle Nazioni Unite contro il governo di Teheran: è quanto si legge nella bozza di rapporto della Commissione sulle relazioni commerciali e di sicurezza con la Cina del Congresso statunitense.
Come riporta il quotidiano statunitense The Washington Times, secondo il rapporto - che verrà reso pubblico il 16 novembre - Pechino avrebbe venduto armi all'Iran per 312 milioni di dollari divenendo il principale fornitore bellico di Teheran; tra il materiale figurano anche i missili anti-nave C-802 che la Cina si era impegnata nel 1997 a non esportare in Iran.
La ridotta gittata dei missili in questione fa sì che tecnicamente non venga violata la Legge sulla non proliferazione del 2006 diretta contro Iran, Corea del Nord e Siria, ma è invece possibile una violazione di altre due leggi statunitensi che riguardano l'esportazione di «armi convenzionali avanzate», secondo il rapporto.
Il documento sostiene infine che la Cina sta fornendo sostegno tecnologico ed economico ai programmi nucleari nordcoreani; l'Ambasciata cinese a Washington ha smentito qualsiasi violazione delle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite.
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