30 luglio 2025
Aggiornato 21:30
Crisi siriana

Siria, Assad dispiega centinaia di carri armati nel Paese

Blindati a Deir Ezzor e Homs. La città di Hama ancora isolata. Monarchie del Golfo: Basta violenze, servono riforme

NICOSIA - Dopo gli scontri che ieri hanno provocato 22 vittime tra i civili, il regime di Assad ha dispiegato centinaia di carri armati in diverse zone del Paese.
A denunciarlo il presidente dell'Osservatorio dei diritti umani, Rami Abdel Rahmane, secondo il quale l'esercito siriano avrebbe dispiegato almeno «250 blindati in quattro quartieri nella zona di Deir Ezzor» nell'est del Paese » e altri intorno alla città di Homs», al centro della Siria.
Già ieri, mentre decine di migliaia di persone sfilavano in diverse nel Paese in solidarietà con la città di Hama al centro di una sanguinosa offensiva di Damasco, costata la vita ad almeno un centinaio di persone domenica scorsa, diversi testimoni avevano lanciato l'allarme sull'avvio di nuove operazioni militari.
Dalle 8 di questa mattina (le 7 in Italia), secondo alcuni testimoni «colpi di arma da fuoco» sono stati sparati in «più quartieri di Homs».
Nessuna notizia dall'Osservatorio siriano, invece, sulla situazione ad Hama, città nella zona occidentale della Siria, dove le comunicazioni con l'esterno restano interrotte su decisione del governo per «combattere» quelli che le forze siriane ritengono essere «terroristi armati».
Il bilancio della repressione iniziata a metà marzo, intanto, è salito ad almeno 2038 persone secondo l'Osservatorio sui diritti umani.

Monarchie del Golfo: Basta violenze, servono riforme - Le monarchie del Golfo hanno esortato oggi la Siria a mette fine allo «spargimento di sangue» e a intraprendere delle «serie riforme». Ieri altri 22 manifestanti sono stati uccisi in Siria dalle forze di sicurezza siriane, nel corso di nuove manifestazioni di protesta contro il presidente siriano Bashar al Assad.
Il Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG), in un comunicato, ha chiesto a Damasco di mettere «fine nell'immediato alle violenze e allo spargimento di sangue». Il CCG, che raggruppa Kuwait, Bahrein, Emirati arabi uniti, Oman e Qatar, hanno invitato Damasco alla «ragione», chiedendo che siano introdotte «serie e necessarie riforme per la protezione dei diritti e della dignità del popolo (siriano), conformemente alle loro aspirazioni». (segue)

Obama, Merkel e Sarkozy pronti a «misure supplementari» contro la Siria - Stati Uniti, Germania e Francia hanno lanciato un nuovo monito al presidente siriano Assad e prevedono «misure supplementari» contro Damasco. Il presidente americano Barack Obama, che ha avuto due conversazioni telefoniche separate nella notte con il cancelliere tedesco Angela Merkel e con il presidente francese Nicolas Sarkozy a proposito della situazione in Siria, «condanna l'uso continuo e indiscriminato della violenza contro il popolo siriano», si legge in un comunicato della Casa Bianca.
I tre leader hanno accolto con soddisfazione la dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, adottata mercoledì, con la quale si «condannano le violazioni generalizzate dei diritti dell'uomo e l'uso della forza contro i civili da parte delle autorità siriane». Obama, Sarkozy e Merkel «si sono messi d'accordo per fare pressioni sul regime del presidente Bashar al-Assad e sostenere il popolo siriano», prosegui il comunicato della Casa Bianca.
Ieri il segretario di Stato Hillary Clinton aveva sottolineato che gli Stati Uniti «hanno bisogno del sostegno degli Europei» ma anche «dei paesi arabi».
Ieri, primo venerdì di ramadan, decine di migliaia di siriani sono scesi in piazza per manifestare contro il regime: a Damasco e Homs la repressione della polizia è costata la vita ad almeno 16 persone.