L'Ue «preme» su Israele prima della visita della Ashton
Bildt, Moratinos e Kouchner condannano l'espansione delle colonie a Gerusalemme Est
SAARISELKA - L'Unione europea ha chiesto a Israele di smettere di ostacolare gli sforzi per una ripresa dei negoziati di pace con i palestinesi, alla vigilia della prima visita nella regione del suo capo della diplomazia, la britannica Catherine Ashton. Sulla stessa lunghezza d'onda degli Stati Uniti che hanno denunciato in termini insolitamente duri i nuovi progetti di costruzione di alloggi ebraici a Gerusalemme est, Ashton si è detta «molto preoccupata» da questa iniziativa annunciata durante la visita del vice presidente americano, Joe Biden, in Israele.
PREOCCUPAZIONE - «Sono preoccupata dal fatto che Israele abbia annunciato questo nel momento in cui dovevano cominciare i colloqui indiretti» con i palestinesi, ha detto in una intervista rilasciata ad alcuni giornalisti, ieri a margine di una riunione con diversi ministri degli Esteri europei a Saariselka, nel nord della Finlandia. Ashton ha chiesto al Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di «dare prova di leadership» partecipando sinceramente ai negoziati di pace. «Abbiamo bisogno di un accordo di pace negoziato in tempi brevi», ha aggiunto.
«SEGNALI NEGATIVI» - Anche il ministro degli Esteri svedese, Carl Bildt, presente in Finlandia, ha denunciato l'atteggiamento dello Stato ebraico. «Il governo dice di voler rilanciare i negoziati di pace ma il segnale che ha appena dato con l'espansione a Gerusalemme est è «molto negativo», ha dichiarato ai giornalisti. «Spetta adesso al governo israeliano di provare che vuole realmente la pace», ha aggiunto. Il suo collega francese Bernard Kouchner ha definito il via libera ai nuovi alloggi ebraici «molto deplorevole. Noi restiamo sulla posizione che non vogliamo più espansioni delle colonie», ha riferito all'Afp.
La presidenza spagnola dell'Ue ha paventato l'ipotesi di un fallimento definitivo delle chance di pace. «Per adesso non è troppo tardi, ma se aspettiamo ancora più di due anni sarà troppo tardi perché non ci sarà più niente da negoziare, non ci saranno più territori», a causa dell'espansione delle colonie ebraiche a Gerusalemme e in Cisgiordania, ha messo in guardia il capo della diplomazia spagnolo, Miguel Angel Moratinos.
LA VISITA DELLA ASHTON - Ashton è da ieri e fino al 18 marzo in Egitto, in Siria, in Libano, in Giordania, in Israele, dove è attesa il 17 marzo e nei Territori palestinesi. Arriverà nel pieno di una ennesima fase di blocco dei negoziati fra Israele e i palestinesi, provocata dall'annuncio di nuovi alloggi ebraici a Gerusalemme est, la cui annessione da parte dello Stato ebraico non è riconosciuta dalla comunità internazionale. Ashton si recherà anche a Gaza, dove Israele le ha promesso un accesso, per farsi una idea dell'utilizzo degli aiuti umanitari europei e delle condizioni della popolazione. Ashton ha avvertito che non ha intenzione di incontrare dei responsabili di Hamas. Ma non ha escluso che la questione un giorno possa porsi: «dobbiamo aspettare e vedere» come evolveranno i negoziati di pace, ha detto.