27 aprile 2024
Aggiornato 08:30
La crisi del coronavirus

Bonomi: «Abbiamo già perso 500mila posti di lavoro»

Il Presidente di Confindustria in ogni caso auspica che a partire da marzo il governo non rinnovi il blocco dei licenziamenti, perchè «questo sarebbe un vero segnale di ripresa per la nostra economia»

Carlo BONOMI, Presidente di Confindustria
Carlo BONOMI, Presidente di Confindustria Foto: Mourad Balti Touati | ANSA ANSA

«Già oggi abbiamo perso mezzo milione di posti di lavoro da inizio pandemia. Le stime al 31 marzo ci parlano di un milione di posti di lavoro. Speriamo di essere smentiti». Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi che in ogni caso auspica che a partire da marzo il governo non rinnovi il blocco dei licenziamenti, perchè «questo sarebbe un vero segnale di ripresa per la nostra economia».

«La rinascita dell'Italia che abbiamo in mente non riparte solo dall'enorme colpo che la pandemia ha portato all'economia italiana e ai suoi effetti sul mondo intero. Deve ripartire da una profonda consapevolezza, maturata in ciascuno di noi, sulla gravità dei colli di bottiglia strutturali che, negli ultimi 25 anni, hanno fatto dell'Italia un paese a bassa crescita, bassissima produttività, demografia negativa, reddito medio ritornato a quello di 26 anni fa, crescenti gap domestici di tipo territoriale, generazionale e formativo».

Si tratta di «nodi» ben noti alle imprese e «il Governo e la politica avrebbero dovuto cercare, proprio con le imprese, un confronto diretto e concreto su come uscire, non solo dalle conseguenze del lockdown, ma su come rimettere strutturalmente mano ai gap italiani che sono effetto di errori persistenti di lungo periodo», ha spiegato. Proprio per questo «come Confindustria abbiamo consegnato al Governo, a luglio, un libro in cui abbiamo condensato le nostre proposte. Non ci siamo illusi nè sul destino che avrebbe avuto il Piano Colao nè sui cosiddetti Stati Generali», ha concluso.

«Produttività stagnante, all'Italia serve una P.A. 4.0»

La produttività «in Italia è stagnante» e «il contributo positivo creato da manifattura e industria viene frenato, fino ad azzerarsi, dal quello negativo della P.A. e di parte dei servizi di mercato. L'Italia deve darsi una Pubblica Amministrazione 4.0 non solo un'Industria 4.0» ricordando che «la produttività non esiste nei contratti pubblici».

«Recovery? Task force bizantina, siamo in alto mare»

«Non posso che rispondere al ministro» che afferma che fanno «sorridere» i «commenti» sulla annunciata task force che dovrà affiancare il Governo sul Recovery Fund. «Non l'abbiamo annunciata noi ma» arriva «da una affermazione del presidente del consiglio. L'abbiamo definita bizantina ma quello che ci lascia ancora più perplessi» è che i membri «da 300 diventano 90 in due giorni - ha detto Bonomi - dà la dimensione che siamo ancora in alto mare».

«Noi auspichiamo di essere coinvolti, fino ad oggi purtroppo i fatti dicono che il governo sta seguendo una strada solitaria che dà la dimensione della fragiltà della politica che quando è debole tende ad arroccarsi».

«No a sciopero P.A., sono quelli che hanno sofferto meno»

«Io credo che in un momento come questo dove il Paese è fortemente in crisi invocare gli scioperi non è la strada che ritengo corretta». Così il presidente di Confindustria in merito allo sciopero indetto dal pubblico impiego. «Capisco che hanno un contratto fermo da 22 mesi, non hanno mai condizioni contrattuali più che soddisfacenti però in questo momento forse sono nel Paese quelli che hanno sofferto meno».

«Troviamoci ai tavoli, discutiamo anche in maniera forte però non portiamo le persone in piazza in questo momento, soprattutto nel pubblico», ha proseguito.