19 marzo 2024
Aggiornato 03:00
Non bastano 16 ore di trattative

Eurogruppo bloccato nella spaccatura fra Nord e Sud

Come ci si attendeva alla vigilia Italia e Spagna chiedono Mes senza condizioni e uno strumento di debito comune. No di Germania, Olanda, Austria

Il ministro olandese delle Finanze, Hoekstra, durante la videoconferenza con i suoi omologhi europei
Il ministro olandese delle Finanze, Hoekstra, durante la videoconferenza con i suoi omologhi europei Foto: ANSA

BRUXELLES - Come ci si attendeva alla vigilia, l'Eurogruppo dedicato alla risposta alle conseguenze economiche della pandemia del Covid-19 non è riuscito a trovare un accordo, per ora, sulla questione fondamentale della «condizionalità» del Mes, il Fondo salva Stati. E' sostanzialmente per risolvere questa controversia che la videoconferenza dell'Eurogruppo, sospesa stamattina dopo 16 ore di discussioni (di cui una gran parte bilaterali), riprenderà domani, molto probabilmente nel pomeriggio.

Resta molto netto il contrasto fra le posizioni più rigoriste, sostenute soprattutto dall'Olanda, e il rifiuto soprattutto dell'Italia e della Spagna di qualunque tipo di condizionalità macroeconomica specifica per paese, per accedere alla linea di credito speciale del Mes che è stata prospettata in risposta al Coronavirus.

Secondo gli olandesi, la condizionalità «alleggerita», ovvero limitata all'uso a cui sarebbero destinati i prestiti del Mes (solo per finanziarie misure legate alla crisi del Covid-19) sarebbe accettabile solo durante il periodo più acuto della crisi; ma in un secondo momento ogni paese che abbia usufruito di questa linea di credito dovrà non solo rientrare, come tutti, nel quadro della normale sorveglianza di bilancio del «semestre europeo» (con l'applicazione del Patto di Stabilità, dopo la sua temporanea sospensione), ma anche rispettare condizioni specifiche, su misura, riguardo alle sue politiche macroeconomiche e alle riforme strutturali.

Sull'altro nodo, quello della creazione del nuovo «Fondo per la rinascita» proposto dalla Francia per sostenere la ripresa (e basato sull'emissione di debito comune), la discussione non è stata molto lunga: si è deciso di rimandare la decisione al Consiglio europeo, con una dichiarazione di disponibilità dei ministri delle Finanze a lavorare agli aspetti tecnici del dispositivo, se e quando la creazione del Fondo sarà decisa politicamente dai leader.

A quanto si apprende a Bruxelles, nelle conclusioni che trasmetterà al Consiglio europeo l'Eurogruppo non nominerà esplicitamente il Fondo di rilancio proposto dalla Francia, né i «Corona bond» o (eurobond) proposti dall'Italia, né tantomeno il tabù della «mutualizzazione del debito», che fa inorridire Germania e paesi nordici. Si farà riferimento, comunque, alla disponibilità a sviluppare un Fondo, per contrastare l'inevitabile recessione, i cui costi sarebbero distribuiti nel tempo e sostenuti in parte dal bilancio Ue e in parte da «uno strumento finanziario innovativo» coerente con i Trattati Ue.

Oltre a questi due punti, i più controversi, la discussione dell'Eurogruppo ha riguardato anche le altre due proposte sul tavolo, che vedono una maggiore convergenza degli Stati membri: il programma «Sure» della Commissione europea per il finanziamento temporaneo (per un ammontare fino a 100 miliardi di euro) dei diversi sistemi nazionali di cassa integrazione in tutti gli Stati membri, durante la fase acuta della crisi economica causata dal Covid-19; e il piano straordinario di sostegno alle imprese, soprattutto le Pmi, finanziato (con prestiti fino a 200 miliardi di euro in totale) dalla Banca europea degli investimenti (Bei).

Gli Stati membri dovranno fornire garanzie per 25 miliardi di euro per il dispositivo «Sure» (che emetterà obbligazioni sul mercato per finanziare i prestiti agli Stati membri), e sottoscrivere un aumento di capitale della Bei per altri 25 miliardi di euro, necessario per predisporre il programma di aiuti alle imprese.