19 marzo 2024
Aggiornato 03:00
Emergenza economica

«Il Coronavirus peserà molto». Paolo Gentiloni apre sulla flessibilità Ue per l'Italia

Il commissario europeo all'Economia spiega che in «circostanze eccezionali» il ricorso a forme flessibili è già prevista nel patto di stabilità: «Niente panico, e attenzione al turismo»

Paolo Gentiloni, Commissario europeo all'Economia
Paolo Gentiloni, Commissario europeo all'Economia Foto: ANSA

BRUXELLES - L'epidemia del coronavirus «avrà certamente un impatto notevole sull'economia mondiale e sull'economia europea», anche se è ancora troppo presto per valutarne la portata; intanto, niente panico e nessuna inutile chiusura di confini, ma semmai un coordinamento fra i paesi Ue per adottare misure anti crisi. Lo ha detto il commissario Ue per gli Affari economici e finanziari, Paolo Gentiloni, parlando con la stampa italiana a margine della presentazione del «pacchetto d'inverno del semestre europeo», oggi a Bruxelles.

Per adesso, ha detto Gentiloni, «la risposta dell'Europa è quella di lavorare per dare un contributo come Commissione Ue per fronteggiare l'emergenza, che vuol dire proteggere la salute dei cittadini europei, e questo è particolarmente importante per l'Italia. Proteggere la salute dei cittadini vuol dire muoversi in modo coordinato senza panico, senza inutili chiusure di confini, perché questa è la base per affrontare la situazione di difficoltà in questi giorni. Abbiamo allo stesso tempo - ha continuato il commissario - la necessità di aggiornare le nostre previsioni economiche: certamente ci sarà un impatto notevole sull'economia mondiale e sull'economia europea. Basti pensare che la Cina rappresenta quasi un quinto dell'economia mondiale».

«Le conseguenze saranno significative»

«Ma misurare questo impatto - ha proseguito Gentiloni - non è facile, perché dipende dalla durata dell'espansione del coronavirus. Le autorità cinesi sostengono che il picco sia stato raggiunto e che siamo adesso in una fase discendente. Questo naturalmente sarebbe incoraggiante; ma le conseguenze in alcuni settori saranno comunque significative. Si pensi - ha sottolineato - che nella regione di Hubei, la più colpita dal virus, c'è il 10% della produzione di componenti automobilistiche dell'intera Cina. Questo naturalmente avrà delle conseguenze nelle catene di produzione automobilistiche in tutto il mondo».

«Quindi oggi non si può dire quale sarà l'entità di questo impatto economico; ma certamente ci sarà - ha avvertito il commissario -, e di fronte a questo impatto economico sarà necessario - ha sottolineato ancora - coordinarsi fra i paesi europei per adottare delle misure anti cicliche, come si dice in gergo, cioè che favoriscano l'espansione ed evitino rischi di recessione». In ogni caso nel Patto di stabilità di crescita Ue «sono previste delle clausole di flessibilità legate a circostanze eccezionali, quindi sarà oggetto di discussione nei prossimi mesi in quali Paesi e in quali condizioni si potranno utilizzare».

«Niente panico, attenzione al turismo»

L'impatto sul turismo europeo dell'allarme per il coronavirus potrebbe andare molto al di là del peso delle presenze cinesi nel settore, se si diffonde il panico. «Stiamo monitorando, insieme agli altri commissari, l'andamento dei diversi settori industriali. E' vero che il turismo cinese rappresenta solo il 4% del turismo in Europa. E' anche vero però - ha osservato Gentiloni - che l'allarme per la diffusione del coronavirus anche in alcuni paesi europei può aggiungersi a questo impatto, che è già sensibile ma non enorme, e renderlo molto più forte».

«Per questo - ha sottolineato il commissario - il primo messaggio da dare è un messaggio di protezione, di seguire le istruzioni delle autorità di governo e delle autorità sanitarie, ma anche evitare diffusioni inutili di panico. Perché, naturalmente, il blocco delle attività turistiche è influenzato non solo dal movimento dei cittadini cinesi, ma dalla percezione che si può avere di un paese come l'Italia, che ha due zone in cui c'è stata una forte espansione del contagio, ma che in generale è un paese assolutamente sicuro, in cui non c'è alcuna ragione per chiudere i movimenti turistici. Però - ha concluso Gentiloni - a questa consapevolezza, in Italia e in Europa, bisognerà arrivare gradualmente e con l'impegno di tutti».