25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Legge di bilancio 2020

Manovra, la Ue dà via libera con riserva: «Sulla flessibilità per il dissesto giudizio in primavera»

E' questo, nell'estrema sintesi del commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, il messaggio che l'Esecutivo comunitario ha mandato sulle manovre finanziarie degli Stati membri

Il commissario europeo, Pierre Moscovici
Il commissario europeo, Pierre Moscovici Foto: ANSA

BRUXELLES - «Oggi la Commissione europea invita gli Stati membri il cui debito pubblico è elevato a perseguire politiche di bilancio prudenti; e quelli che hanno margini di bilancio a usarli per aumentare gli investimenti. Questo è esattamente l'approccio differenziato che rafforzerà l'area dell'euro e potrà massimizzare il suo potenziale di crescita». E' questa, nell'estrema sintesi del commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, il messaggio che l'Esecutivo comunitario ha mandato oggi a Bruxelles, con le sue opinioni sulle manovre finanziarie degli Stati membri.

«Per otto paesi - ha spiegato Moscovici - vediamo che i documenti programmatici di bilancio sono a rischio di non conformità» con il Patto di Stabilità, «principalmente a causa di uno sforzo inferiore a quanto raccomandato dal Consiglio Ue: tre di loro, Spagna, Portogallo e Belgio (i primi due da poco usciti dalle elezioni e il Belgio da mesi senza nuovo governo, ndr), hanno presentato piani di bilancio basati su politiche invariate: i loro nuovi governi dovranno presentare dei documenti programmatici di bilancio aggiornati non appena possibile. Gli altri cinque sono Francia, Italia, Slovenia, Slovacchia e Finlandia».

Le situazioni non sono tutte ugali

«All'interno di questa categoria - ha continuato il commissario - le situazioni non sono tutte uguali: se Belgio, Italia, Spagna e Francia hanno difficoltà a ridurre il loro eccessivo debito pubblico, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia lo hanno invece ridotto a un livello inferiore al 60% del Pil, o lo stanno riducendo a un ritmo sufficiente».

«La situazione del deficit strutturale di questi Stati dovrà essere esaminato di nuovo in primavera, sulla base di cifre definitive per il 2019 e le prossime previsioni di primavera», ha concluso Moscovici.

BCE: «Recupero economia zona euro in prossimo anno o due»

«Rispetto al 2017 c'è stato un forte rallentamento, ma nell'eurozona non prevediamo recessioni. Il problema è che l'economia cresce meno velocemente di quanto sperassimo. È una dinamica deludente ma non negativa. Ci aspettiamo che ci saranno spinte per un recupero nel prossimo anno o due». E' quanto ha affermato Philip Lane, capo economista della Bce in un'intervista a Repubblica.

«L'Europa e il resto del mondo - ha aggiunto - potrebbero crescere a un ritmo molto lento. La questione è: siamo condannati a crescere all'1% l'anno? Il nostro stile di vita dipenderà molto da questo. Ma i governi, ed è un aspetto molto importante, hanno molte opportunità in questo contesto perché le loro scelte peseranno molto».

«Se c'è bisogno di fare di più, faremo di più»

Secondo Lane «è riduttivo considerare solo il disavanzo. Sappiamo che per alcune scelte ci vogliono anni. L'atteggiamento del governo verso l'istruzione, le condizioni migliori per fare affari, il sistema giudiziario, il mercato del lavoro, il modo in cui si occupa dell'invecchiamento della popolazione. È lì che bisognerebbe concentrare molti più sforzi».

Lane ha quindi riferito che la Bce non ha esaurito gli strumenti di politica monetaria a sua disposizione. «Non siamo al limite: se c'è bisogno di fare di più, faremo di più. Però - ha precisato - se l'economia fosse più robusta, la situazione sarebbe meno difficile. Abbiamo parlato del ruolo delle riforme che possono spingere l'economia. Ma è anche ovvio che chi ha margini fiscali per farlo, soprattutto in un contesto di rallentamento della crescita, può fare di più anche attraverso politiche fiscali».

Completamente unione bancaria

Per il capo economista ci sono margini per negoziare il completamento dell'unione bancaria. «Penso ci siano margini per negoziare. Ci sono preoccupazioni fondate nella proposta tedesca, ma non vedo linee rosse. Ci sono i margini per trattare e per trovare un compromesso. I rischi si sono ridotti. I crediti inesigibili sono diminuiti. C'è una stabilità crescente in Europa, e le condizioni ora sono molto più propizie a un negoziato rispetto a qualche anno fa, quando i timori sui rischi erano molto maggiori», ha concluso Lane.