29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Economia

Cina, crescita ai minimi dal 1990. Il Premier avverte: «Sfide difficili»

Pechino taglia le stime di crescita. A pesare le sfide poste dal contesto internazionale, a cominciare dalla disputa su dazi e commercio con gli Usa. Su cui tuttavia persistono le aspettative di una soluzione concordata

Operaia cinese al lavoro
Operaia cinese al lavoro Foto: ANSA

PECHINA - La Cina ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita, al termine di un anno, il 2018, in cui il Pil ha segnato l'espansione più moderata da quasi 30 anni a questa parte. Che per gli elevati standard di crescita cinesi significa un più 6,6 per cento del Pil. Bisogna prepararsi a «una sfida difficile», ha avvertito il premier Li Keqiang intervenendo all'apertura dell'anno parlamentare: il Paese si trova ad affrontare «un contesto serio e più complicato». E anche per questo ha annunciato un taglio dell'Iva su alcuni voci chiave.

Il dato sul Pil 2018 si è attestato a livelli in linea con le attese ed è il valore più contenuto dal 1990. E Pechino si prepara a altre moderazioni, dato che la crescita 2019 è prevista dal governo in una forchetta tra il 6 e il 6,5 per cento.

A pesare le sfide poste dal contesto internazionale, a cominciare dalla disputa su dazi e commercio con gli Usa. Su cui tuttavia persistono le aspettative di una soluzione concordata: di ieri indiscrezioni di stampa secondo cui un accordo Washington-Pechino potrebbe esser raggiunto entro la fine del mese.

Intanto Li ha annunciato che Pechino intende rispondere alle sfide facendo leva su maggiore spesa e riducendo l'Iva su alcuni segmenti strategici: 1 punto percentuale in meno al 9 per cento su trasporti e costruzioni e 3 punti in meno, al 13 per cento, sul manifatturiero.

Li ha anche ribadito l'intento di facilitare l'accesso ai propri mercati alle imprese estere e che la Cina continuerà con una politica monetaria prudente, che tramite riduzioni dell'ammontare di riserve prudenziali obbligatorie a carico delle banche con cui cerca di sostenere il credito all'economia.

Positiva la risposta dei mercati azionari cinesi. A tarda seduta la Borsa di Shanghai si attesta al più 0,44 per cento, Shenzhen al più 2,12 per cento mentre Hong Kong, più legata al quadro internazionale naviga sulla parità.