Manovra, l'ordine di Conte: «Invertire la rotta»
Il premier in conferenza stampa a Palazzo Chigi fa il punto sulla manovra. E sui rapporti con l'Ue rassicura: «Juncker? We are still friends»

ROMA - «Non cresciamo più, bisogna invertire la rotta». È questo il messaggio lanciato tanto alle forze politiche di governo che in direzione Bruxelles dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante una conferenza stampa a palazzo Chigi sulle modifiche alla manovra. «Stiamo completando la fase dei dettagli sulle riforme che hanno più impatto sul piano sociale, riceviamo le relazioni tecniche per calcolare fino all'ultimo euro il costo di queste misure e le risorse che riusciremo a recuperare rispetto a quelle riforme, a cui non rinunciamo, ci daranno un margine negoziale di manovra con le istituzioni Ue» ha spiegato. «Io ho anticipato che la manovra economica è stata a lungo meditata e ci ha visti convinti delle ricette che vogliamo applicare».
«Il Paese ha bisogno di investimenti»
Le risorse che «eventualmente recuperemo» saranno destinate agli investimenti «di cui il Paese ha bisogno», ha assicurato Conte ricordando quanto detto dal managing director del fondo salvastati secondo il quale il Paese «è solido ma deve crescere perché è cresciuto sempre meno degli altri». Insomma «dobbiamo crescere di più perché secondo le ultime trimestrali stiamo andando in difficoltà».
Conte ai cronisti: «Il numerino non ve lo dico»
R«Il numerino non ve lo dico, non lo so ancora nemmeno io, ma sarò sempre aggiornato tenendomi in contatto con il Mef, la Ragioneria e l'Inps e approfitterò del G20 per incontrare Juncker e aggiornarci su questo». Questa la risposta del presidente del Consiglio ai cronisti che gli chiedevano delle cifre sulla manovra.
«Juncker? We are still friends»
Inevitabile, poi, un passaggio sul rapporto con Bruxelles. E qui Conte si lascia andare a una battuta che fa capire come, dopo la cena con il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, la situazione sia più serena: «Quando ho detto 'we are friends' mi sono pentito perché evoca il fatto che prima non lo eravamo e che avevamo fatto pace. Perciò oggi vi dico 'we still friends'. Siamo stati sempre amici e continueremo ad esserlo».