L'avanzo primario migliora all'1,6% del Pil, ma sui conti pesa la spesa per interessi
Cattive notizie sul fronte debito che si è impennato al 132,1% del Prodotto interno lordo, contro il 131,3 dell'anno precedente. Bene, invece, il rapporto deficit/Pil. La pressione fiscale resta inchiodata al 42,2%

ROMA - Frena l'economia e torna a salire il debito pubblico dopo due anni. Sono i principali elementi dei dati Istat sull'economia e i conti pubblici relativi al 2018 insieme al miglioramento del deficit che scende al 2,1% negli ultimi 12 mesi.
Nuovo record per il debito pubblico
L'anno scorso il Pil in volume ha registrato una crescita dello 0,9% rispetto all'1,6% dei dodici mesi precedenti. Inverte rotta invece il trend del rapporto tra debito pubblico e Pil. Il debito pubblico italiano dopo due anni è tornato a salire al 132,1% del Pil contro il 131,3% del 2017, segnando il nuovo record. A dicembre scorso il governo aveva previsto per il 2018 che il debito si attestasse al 131,7% del Pil.
Deficit/PIL al 2,1%
Sempre nel 2018 il rapporto tra deficit e Pil si è attestato al 2,1%, in miglioramento rispetto al 2,4% del 2017, anno su cui avevano pesato anche gli effetti dei salvataggi delle banche in crisi. Le previsioni del governo indicavano a dicembre scorso un deficit per l'anno pari all'1,9% del Pil. Quello del 2018 è il livello più basso dal 2007, quando il deficit si attestò all'1,5% del Pil.
Stabile la pressione fiscale
Nel contempo la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 42,2%, restando invariata rispetto all'anno precedente. Sempre lo scorso anno, infine, l'avanzo primario italiano (ovvero il deficit al netto della spesa per interessi) è migliorato, salendo all'1,6% del Pil.
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