18 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Manovra finanziaria

Addio all'austerità: Di Maio e la "manovra del popolo" che "abolirà la povertà"

A livello Ue sono in molti a convenire sul fatto che è "un po' superata" la politica di austerità degli ultimi anni: tutti stanno pensando a manovre espansive

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio
Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio Foto: ANSA/CLAUDIO PERI ANSA

BRUXELLES - Di Maio torna a parlare di popolo, e di sradicamento della povertà. Stavolta lo fa da Bruxelles, parlando con i giornalisti. Quella che verrà presentata dal governo "è una manovra del popolo coraggiosa" che "scommette sulla crescita" ha ribadito il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico. "Il Movimento Cinque Stelle, come sapete, non crede nello strumento del Pil, nella crescita, come simbolo del benessere dei cittadini. Non basta solo il Pil, ma sappiano bene - ha spiegato Di Maio - che il Pil è oggi il parametro di riferimento, insieme al debito». "Noi oggi stiamo puntando alla crescita. Questa è una manovra del popolo coraggiosa che scommette sulla crescita, perché sviluppa una serie di politiche ad alto moltiplicatore». Alcuni di questi moltiplicatori che saranno utilizzati nella manovra "non sono nelle solite tabelle che ci arrivano qui dalla Bce o da Bankitalia. Ma io sono convinto che nei prossimi anni anche la Bce, le istituzioni europee, e le grandi istituzioni finanziarie pubbliche e privati si ricrederanno su quello che stiamo facendo".

Più credibilità e più serenità
Di Maio poi spiega che "ci sarà più credibilità nel nostro mercato soprattutto più serenità sociale": "Quando noi diciamo che un pensionato dal primo gennaio 2019 avrà una pensione minima di 780 euro e non più al di sotto di questa cifra; quando diciamo che chi cerca lavoro avrà un programma di reddito di cittadinanza con un reddito momentaneo mentre è in formazione; e che per ogni persona che andrà in pensione ci saranno due assunzioni nelle imprese per il costo più basso del lavoro in entrata; quando diciamo che facciamo la flat tax soprattutto per i professionisti, noi stiamo investendo nella crescita, e con la crescita ci saranno più investitori internazionali». Quanto alle parole del presidente della Bce, Mario Draghi, sul "costo delle parole" dovuto alle reazioni negative dei mercati di fronte ai progetti della maggioranza di governo che hanno fatto salire i tassi di interesse, Di Maio ha osservato: "Io posso anche concordare con quanto dice Draghi, ma in questi anni, mancando quelle parole, e quindi i fatti che ne seguono, le forze politiche si sono autodistrutte" perché "invece di guardare ai cittadini guardavano solo ai numeri». Il leader M5s dice di aver "un segnale, un insegnamento continuo" che viene dai cittadini dal 4 marzo: e cioè che "un Paese per stare bene deve ascoltare la popolazione e per questo - ha concluso - che la nostra è una manovra del popolo".

L'austerità è superata
Non è preoccupato Di Maio di interloquire con Bruxelles sull'imminente manovra finanziaria, anche perché - spiega - se dovrà farlo la Francia nei prossimi giorni lo faremo anche noi, e lo faranno tutti i Paesi che hanno bisogno di strappare qualcosa in più rispetto a quello che avevano concordato" con l'Ue per quanto riguarda i conti pubblici. A livello Ue sono in molti a convenire sul fatto che è "un po' superata" la politica di austerità degli ultimi anni: tutti stanno pensando a manovre espansive. "Qui non ci si impicca a un numero o a un altro, non c'è da sfidare l'Europa o i mercati sui numeri. Nell'ambito del dibattito sul deficit abbiamo bisogno - ha spiegato ancora Di Maio - di una capienza che ci serve per utilizzare tutti i tagli di bilancio che stiamo facendo, non sui medicinali ma sulle detrazioni all'industria del petrolio e alle banche, per finanziare le misure. Tutte quelle del contratto di governo? No", ha risposto.

Basta proclami, servono i fatti
Ma basta con i proclami che poi in concreto diventano sempre un'altra cosa (Berlusconi e Renzi docet). Il problema della credibilità è ampiamente avvertito da tutto il governo, Di Maio lo sa bene. "Se diciamo che superiamo la legge Fornero, questo deve essere percepibile, altrimenti finiamo col fare quello che hanno fatto in passato, le Ape e le Ape social, che hanno solo fatto arrabbiare i cittadini. Se diciamo che facciamo la pensione di cittadinanza e il reddito di cittadinanza, deve esserci un vero reddito di cittadinanza e una vera pensione di cittadinanza. Se diciamo he facciamo l'Ires (Imposto sul reddito delle società, ndr) verde, che significa che meno inquini e meno tasse paghi, si deve fare veramente. Altrimenti scriviamo nel Def delle cose non vere, come negli anni in cui i Def venivano poi smentiti sempre dalle leggi di bilancio». Cosa accaduta molte volte in passato, quando "ci si dava un obiettivo e poi, dopo la legge di bilancio, alla fine, a consuntivo, usciva fuori che il deficit era molto più alto». Di Maio rimarca la serietà e l'onestà di questa maggioranza di governo: "Noi siamo onesti: stiamo portando il dibattito che altri governi prima nascondevano con dei sotterfugi ed emendamenti alla legge di bilancio e coperture fittizie sinceramente nella definizione del Def".