Def, così Padoan copia Berlusconi e si lancia in promesse impossibili
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, è intervenuto alla Camera e al Senato per parlare della manovra finanziaria d'autunno e delle risorse per il 2018
ROMA - Un milione di posti di lavoro in più nei prossimi quattro anni. Questa è una delle promesse del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che stamane è intervenuto alla Camera e al Senato per parlare della prossima manovra di finanza pubblica. La manovra 2018 parte da circa 20 miliardi di euro, con 8,6 miliardi di coperture tra entrate e tagli di spese e «risorse limitate» pari al momento a 3,8 miliardi da ripartire fra lotta alla povertà, assunzioni per i giovani e rinnovo dei contratti degli statali. E un punto fermo (anche se non è ancora detta l'ultima parola): la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull'Iva con gli oltre 10 miliardi (anche se non sufficienti perchè servono complessivamente 15,7 miliardi) di maggior spazio sul deficit concesso dall'Europa. La legge di Bilancio - ha riferito in Parlamento il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan alla vigilia del delicato voto sulla Nota di aggiornamento al Def - introdurrà «misure selettive» con l'obiettivo di «dare impulso alla crescita» incentivando gli investimenti, l'inclusione sociale e l'occupazione giovanile. Ma il numero uno del Mef ha subito chiarito che le risorse disponibili, al netto della sterilizzazione dell'aumento dell'Iva, sono «limitate» perché occorre tener conto «dell'esigenza di ridurre debito e disavanzo».
Padoan avverte: E' a rischio la coesione sociale
Tuttavia, ha assicurato, dalle misure espansive ci sarà un «impatto positivo significativo» sulla crescita 2018 e 2019. La manovra si muove, infatti, in una cornice più espansiva rispetto a quella degli ultimi anni perchè, ha detto il titolare di via Venti Settembre, «un'eccessiva restrizione metterebbe a rischio la coesione sociale». Dentro questo perimetro, ha avvertito il ministro, è già stato avviato un percorso con le forze di governo (Pd, Mdp, Ap, e gli altri gruppi) per definire le ipotesi di intervento «su investimenti, lavoro, lotta alla povertà e salute». Secondo Padoan, quindi, è necessario adesso mantenere il «giusto equilibrio tra consolidamento di bilancio e politiche per il futuro e la crescita».
Come vengono ripartite le risorse
Nel dettaglio della tabella consegnata dal ministro in occasione dell'audizione sulla Nota di aggiornamento al Def, si quantificano per il prossimo anno 300 milioni per lo sviluppo, 338 per la competitività e l'innovazione, 600 per la coesione sociale, 2,6 miliardi per gli oneri a politiche invariate, che serviranno anche per finanziare il rinnovo contrattuale del pubblico impiego. Nel 2019 le risorse per i giovani saliranno a 2,162 miliardi, mentre per la coesione sociale i fondi saranno 900 milioni. Per lo sviluppo, invece, arriveranno 300 milioni l'anno prossimo e 1,3 miliardi nel 2019 da destinare a investimenti pubblici delle amministrazioni centrali e locali.
Il Patto con Bruxelles per le riforme
Le coperture (che valgono circa lo 0,3% del Pil per ciascun anno) si dividono in 5,1 miliardi di maggiori entrate e 3,5 miliardi di tagli alla spesa. Tra le misure allo studio, ha spiegato Padoan, ci sono interventi che «mirano a ridurre l'evasione di alcune imposte, in particolare le indirette». Quanto alla spending review i tagli alla spesa «deriverebbero anzitutto dalla revisione della spesa delle amministrazioni centrali introdotta dal Dpcm di fine maggio». Inoltre, si opererebbero riduzioni di altri fondi e trasferimenti. Quello che Padoan annuncia, in accordo con la Ue, è un percorso «di graduale aggiustamento, a patto di continuare ad attuare il programma di riforme strutturali». E di ridurre il debito pubblico, come richiesto nelle scorse ore anche da Bankitalia.