19 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Elusione fiscale

Le banche europee predicano bene, ma scelgono i paradisi fiscali

Secondo uno studio pubblicato da Oxfam, le venti maggiori banche europee registrano oltre un quarto dei loro profitti nei paradisi fiscali

BRUXELLES – Le banche europee registrano oltre un quarto dei loro profitti annuali nei paradisi fiscali. E' il risultato di uno studio pubblicato dall'organizzazione britannica Oxfam, che punta il dito contro l'elusione e l'evasione fiscale di istituti di credito e grandi corporation. Secondo il rapporto in questione, le venti maggiori banche del continente avrebbero realizzato il 26% dei loro profitti nei paradisi fiscali, e tra i più gettonati troviamo Lussemburgo, Hong Kong e l'Irlanda.

25 miliardi di euro sottratti al Fisco
Secondo il report di Oxfam, nel 2015 sono stati sottratti al fisco circa 27 miliardi di dollari, pari a circa 25 miliardi di euro. Le venti maggiori banche europee registrano oltre un quarto dei loro profitti nei paradisi fiscali dove la loro forza lavoro è irrisoria, allo scopo di eludere o evadere le tasse. Nella lista pubblicata dall'organizzazione britannica troviamo anche le italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo. Ma il caso che salta maggiormente all'occhio è quello di Deutsche Bank, in perdita sul continente a causa delle ultime vicissitudini legali, ma con 1,2 miliardi di euro di utili in Lussemburgo.

Il Lussemburgo è la patria dei banchieri
E proprio il Lussemburgo sembra esser diventato la patria prediletta di tutti i grandi banchieri. Le 20 maggiori banche europee hanno realizzato ben 4,9 miliardi di profitti in questo piccolo stato. La britannica Barclays ha dichiarato 900 milioni di euro di utili in Lussemburgo, Svizzera e Irlanda su un totale di 5 miliardi di euro nel 2015. E in Irlanda operano con particolare disinvoltura anche la britannica RBS, la francese Societe Generalé, UniCredit per l'Italia, le spagnole Santander e BBVA. Tutte queste banche pagano le tasse usufruendo di un'aliquota media del 6%, «ben al di sotto del tasso normalmente in vigore il 12,5%, che è già il più basso nell'Unione europea", come sottolinea Oxfam.

Come le banche danneggiano governi e cittadini
Ma se il 26% dei loro profitti è registrato nei paradisi fiscali, solo il 12% del loro fatturato e il 7% dei loro dipendenti è riconducibile ad essi. Questo significa che il gap è dato dall'elusione e dall'evasione fiscale praticate dalle banche comunitarie. Gli istituti di credito citati dallo studio Oxfam evitano di pagare le tasse nei paesi dell'Unione europea per godere dei regimi preferenziali dei paradisi fiscali che adottano aliquote più basse. Ma in questo modo, praticando una condotta ingannevole, sottraggono risorse considerevoli ai bilanci dei singoli Stati, danneggiando anche i cittadini europei, sui quali i governi nazionali si rifanno poi per far quadrare i loro conti pubblici.