23 agosto 2025
Aggiornato 05:30
rapporto annuale dell'inps

Pensioni, Boeri sull'Ape: «I pensionati devono sapere che saranno più poveri»

6 milioni di pensionati percepiscono meno di mille euro al mese. Il presidente dell'Inps invoca un "intervento organico" da parte dell'Esecutivo, ma ribadisce che l'aumento della flessibilità non deve creare generazioni di poveri

ROMA - Circa 6 milioni di pensionati percepiscono assegni lordi mensili sotto i mille euro. E' quanto rileva il rapporto annuale dell'Inps relativo al 2015. Alla luce dei nuovi dati sulla previdenza nazionale, la spesa pensionistica e il flop del part time agevolato, il presidente Tito Boeri sollecita nuovamente il governo Renzi affinché realizzi un «intervento organico» in grado di superare le rigidità imposte dalla Riforma Fornero.

4 pensionati su 10 sotto i mille euro
Circa 4 pensionati su 10 percepiscono una pensione al di sotto dei mille euro. Rispetto all'anno precedente (2014) la percentuale di chi ha un reddito da pensione inferiore ai mille euro è calata (era del 40,3% pari a circa 6,5 milioni di pensionati). I pensionati sotto i 500 euro sono 1.686.944 pari al 10,8%, mentre quelli tra 500 e mille euro sono 4.275.706 (27,2%). Illustrando la pubblicazione del rapporto annuale dell'Inps, Tito Boeri ha sollecitato nuovamente il governo per la realizzazione di un «intervento organico»

Boeri: Serve un intervento organico
Il presidente dell'Inps ha ricordato che la riforma Fornero ha creato «forti disagi sociali» tra i lavoratori con più di 55 anni e reso «più difficile l'ingresso nel mercato del lavoro dei giovani", contribuendo ad aumentare la disoccupazione degli under 30. Secondo Boeri è «molto positivo» che il Governo e le parti sociali si stiano confrontando per individuare i possibili correttivi. Ma alla luce della complessità delle soluzioni è «fondamentale assicurare che tutti coloro che potranno un domani esercitare opzioni di uscita flessibile siano in grado di capire fino in fondo le implicazioni delle loro decisioni».

Non bisogna giocare sulla cattiva informazione
«Troppe volte in passato si è giocato sulla cattiva informazione» di contribuenti e pensionati per attuare riforme delle pensioni, ha sottolineato il presidente dell'Inps. «Noi ce la metteremo tutta con aggiustamenti del programma 'la mia pensione' e con l'invio delle 'buste arancioni' per favorire una piena consapevolezza delle implicazioni di scelte diverse» quanto alla data in cui prendere la pensione o il prestito pensionistico. «E ci aspettiamo altrettanta attenzione da chi, politici e soprattutto sindacati, dovrà alla fine presentare le varie opzioni ai lavoratori», ha ribadito.

Più flessibilità ma senza creare pensionati poveri
Per esempio, ha spiegato Boeri in riferimento all'ipotesi dell'anticipo pensionistico, «non si può negare che rate ventennali di ammortamento di un prestito pensionistico costituiscano una riduzione pressoché permanente della pensione futura». Né si può negare che, continuando a lavorare, il contribuente avrebbe potuto accumulare un più alto montante contributivo e, dunque, «il diritto a una pensione più alta». L'obiettivo di fondo delle riforme che vogliono introdurre flessibilità in uscita dovrebbe essere quello di garantire maggiore libertà di scelta consapevole «senza aumentare il debito pensionistico e senza creare generazioni di pensionati poveri», ha concluso.