20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
l'italia cresce a ritmi lenti

Istat, Pil +0,1% nel primo trimestre: è crescita moderata

Segnali positivi arrivano dal settore dei servizi e da quello delle costruzioni. L'industria frena, ma aumenta l'occupazione grazie agli sgravi fiscali

L'Italia cresce a ritmi lenti.
L'Italia cresce a ritmi lenti. Foto: Shutterstock

ROMA - L'Italia continua a crescere a ritmi lenti. Lo ha reso noto l'Istat, nella consueta nota mensile sull'andamento dell'economia, estendendo così al primo trimestre del 2016 l'attuale fase di «moderata crescita». La variazione congiunturale del Pil reale attesa per il primo trimestre è lievemente positiva (+0,1%), con un intervallo di confidenza compreso tra -0,1% e +0,3.

Aumentano i consumi privati
«Segnali positivi provengono - ha osservato l'Istituto - dal settore dei servizi e dalle costruzioni a fronte di una dinamica meno favorevole nell'industria». All'incremento del Pil contribuirebbero "positivamente" i consumi privati, a fronte di un apporto negativo della domanda estera netta e dei consumi pubblici mentre la dinamica degli investimenti (al lordo delle scorte) risulterebbe sostanzialmente piatta. In questo scenario, la crescita acquisita per il 2016 è pari allo 0,4%.

Sale l'occupazione grazie agli incentivi fiscali
Gli ultimi dati mostrano un miglioramento dell'occupazione, soprattutto quella a tempo indeterminato, favorita anche dai provvedimenti di sostegno alle assunzioni, mentre l'inflazione si è riportata in territorio negativo. Le imprese promuovono infatti gli sgravi legati alle assunzioni a tempo indeterminato: un'azienda su due del settore manifatturiero ha assunto, nel 2015, proprio grazie agli incentivi. Il Jobs act ha contribuito meno all'aumento dell'occupazione. E' quanto emerge dai dati Istat contenuti nella nota mensile sull'andamento dell'economia.

Le indagini sulle imprese
Alle imprese è stato chiesto di indicare il ruolo esercitato dai fattori normativi e fiscali sulla decisione di aumentare lo stock occupazionale (nel periodo da gennaio a novembre del 2015). Per ciascuno di questi fattori, le imprese sono state chiamate a indicare il grado di importanza ("nessuna", "poca" e "abbastanza" "molta" ), relativo alla decisione di ricorrere a nuovo personale esterno. Per la metà delle imprese manifatturiere che hanno dichiarato un aumento dell'occupazione tra gennaio e novembre 2015, gli esoneri contributivi hanno costituito un elemento rilevante.

Determinanti le agevolazioni Irap
Anche il nuovo contratto a tutele crescenti sembra aver esercitato un ruolo positivo, seppure con minore intensità (nel periodo oggetto di indagine): tra le imprese della manifattura che hanno fatto ricorso a nuovo personale, esso è stato giudicato molto o abbastanza importante ai fini dell'assunzione dal 35% delle imprese, soprattutto nel settore dei mezzi di trasporto. L'importanza delle agevolazioni Irap, per i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato, appare meno determinante rispetto ai provvedimenti precedenti.

Gli esoneri contributivi sono stati incisivi nel terziario
Nel terziario, il ruolo esercitato dagli esoneri contributivi sulle decisioni di nuove assunzioni appare più incisivo: la quota delle imprese che hanno ritenuto tale novità normativa molto o abbastanza rilevante è pari al 61%, soprattutto nei settori della informazione e comunicazione e nel turismo. Anche il contratto a tutele crescenti sembra aver avuto nei servizi un rilievo maggiore rispetto alla manifattura. La quota di chi ha giudicato la normativa molto o abbastanza rilevante nella decisione di assumere è stata pari al 49,5%, soprattutto tra le aziende del settore informazione e comunicazione, contro il 40% delle imprese che hanno dichiarato una scarsa o nulla rilevanza.