I tre giorni di Draghi che avvicinano il nuovo Quantitative easing
Settimana densa di messaggi e comunicazioni da parte del presidente dell'Eurotower Mario Draghi che da Milano avverte: «A dicembre decideremo se intensificare stimoli»
ROMA - Ha iniziato martedì, aprendo le giornate culturali europee a Francoforte e rilanciando il messaggio di una Bce che potrebbe potenziare gli stimoli all'economia a dicembre. Ha proseguito mercoledì, sempre a Francoforte, rinnovando i richiami a completare l'unione bancaria con un meccanismo unico di tutela dei depositi. Magiovedì a Milano, il presidente Mario Draghi è sembrato compiere un ulteriore passo in avanti, quando nella sua «prolusione» all'inaugurazone dell'anno accademico dell'Università cattolica, ha utilizzato una formula nuova.
Efficace?
Il quantitative easing attuato finora «è stato senza dubbio efficace - ha detto -. Dobbiamo tuttavia valutare se, con l'indebolirsi dell'economia mondiale, esso sia anche efficace nel contrastare le spinte avverse che potrebbero ostacolare un ritorno alla stabilità dei prezzi nel medio termine. Qualora ci convincessimo del contrario, esamineremo le modalità con cui intensificarlo per conseguire il nostro obiettivo».
Stabilità dei prezzi
Un segnale ancora più chiaro dei precedenti sulla possibilità che l'istitzione proceda ad un rafforzamento degli stimoli con cui, passando da un sostegno alla ripresa economica punta a favorire il ritorno dell'inflazione ai livelli obiettivo. Quelli che inquadra nel termine chiave «stabilità dei prezzi»: in pratica un caro vita appena sotto il 2 per cento, laddove da molti mesi nell'area euro fluttua attorno allo zero.
Deflazione
In questi giorni Draghi è tornato a spiegare per quali motivi la deflazione sia altrattanto pericolosa dell'alta inflazione. A Milano però, davanti ad una platea di studenti, come solitamente fa in queste occasioni ha voluto partire proprio dal tema dei giovani. «La vita adulta degli studenti qui riuniti oggi è stata segnata dalla crisi. Il numero inaccettabile dei disoccupati, tra cui molti, troppi sono giovani, è stato il prezzo pagato».
Risposta alla crisi troppo lenta
La riposta alla crisi è stata troppo lenta. La configurazione stesse dell'unione si è rivelata inadeguata a reagire. E per questo Draghi ha parlato della necessità di un nuovo patto europeo. «E' una conclusione già raggiunta nell'estate del 2012, quando il Consiglio europeo diede mandato» ai 4 presidenti, ora diventati 5 «di disegnare un percorso credibile che completasse e rendesse 'più perfetta' la nostra unione monetaria». Nell'area «è euro stata rivolta così tanta attenzione al nostro impegno per una moneta solida che, parafrasando Galbraith, si è pensato troppo poco ad altre cose. Dobbiamo ora guardare avanti, muovendo dalla stabilità per avanzare verso la prosperità. Abbiamo bisogno di una nuovo patto - ha concluso Draghi - che impedisca il riemergere delle sfide appena affrontate e che, soprattutto, rafforzi l'architettura costituzionale dell'area dell'euro».
Settimana intensa
Insomma una settimana di intensa attività comunicativa per il capo della Bce, istituzione che peraltro oggi nel suo bollettino mensile lancia moniti contro il possibile «uso inappropriato» della flessibilità europea a favore degli Stati sui conti pubblici, specialmente visto che viene concessa ex ante.
I messaggi di Draghi
In questi giorni Draghi ha lanciato messaggi sia per l'immediato, e per le imminenti decisioni di politica monetaria, sia per le prospettive di più lungo termine. E' parso veicolare ai mercati l'immagine di una Bce che ha un chiaro orientamento sul da farsi, in senso espansivo, che sembra contrastare con la persistente incertezza che invece viene trasmessa dalla Federal Reserve americana, su una possibile manovra in senso opposto sempre a dicembre, un ipotetico (e da molti temuto) aumento dei tassi sul dollaro. Ora Draghi potrebbe scegliere di cementare ulteriormente le attese dei mercati la prossima settimana, prima quando interverrà ad un convegno a Londra, mercoledì 11 novembre. Va ricordato che fu da Londra, nel giugno del 2012, che lanciò un celebre messaggio in cui prometteva che la Bce avrebbe fatto tutto il necessario (Whatever it takes) per salvare l'euro. Giovedì 12, poi, avrà la consueta audizione trimestrale al Parlamento europeo.
(Con fonte Askanews)
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