28 agosto 2025
Aggiornato 10:00
Domani stime Istat

Crescita? A passo di lumaca, Pil secondo trimestre atteso a +0,2%

La ripresa non decolla e le nuove tensioni valutarie internazionali portano nuove nubi all'orizzonte per l'economia italiana

ROMA (askanews) - La ripresa non decolla e le nuove tensioni valutarie internazionali portano nuove nubi all'orizzonte per l'economia italiana. Domani l'Istat diffonde le prime stime sull'andamento del Pil nel secondo trimestre, con una crescita attesa a 0,2-0,3%. Un risultato che quindi non dovrebbe migliorare il +0,3% dei primi tre mesi dell'anno, un aumento che ha segnato la fine della recessione facendo ben sperare per i mesi successivi. Ma tra aprile e giugno i dati positivi si sono alternati con segnali ancora deludenti e non c'è stato l'atteso rafforzamento della ripresa. E con la svalutazione dello yuan e possibili contraccolpi per l'export italiano in Asia, si rischia un ridimensionamento della crescita soprattutto nel 2016.

Crescita lenta anche per disoccupazione
«L'economia italiana cresce a ritmo moderato - sottolinea l'Istat nella nota mensile di agosto - in parte influenzata dal rallentamento del commercio internazionale. Ai segnali positivi provenienti dall'industria manifatturiera e dalla domanda interna si contrappongono i risultati negativi delle costruzioni e la mancata ripresa dell'occupazione». A giugno, del resto, la produzione industriale ha avuto un'inattesa battuta d'arresto, con un -1,1% rispetto a maggio, il maggiore calo degli ultimi 12 mesi. Sempre a giugno l'export è calato dello 0,6% su base mensile, soprattutto verso i mercati extra-Ue (-1,9%).

Inflazione debole e calo produttività
La ripresa è frenata poi da un'inflazione debole e dal calo della produttività. «L'evoluzione dei prezzi - secondo l'istituto di statistica - rimane caratterizzata da una generale moderazione. La riduzione della produttività e del contributo del capitale per ora lavorata potranno costituire degli ostacoli alla ripresa». Uno scenario che ora si complica con le nuove incognite internazionali legate alla svalutazione cinese e alle sue conseguenze, con un effetto domino in Asia e un eventuale rinvio del rialzo dei tassi d'interesse negli Usa.

Lusso e meccanica sensibili a Pechino
Il lusso e la meccanica specializzata saranno probabilmente i settori del Made in Italy più colpiti dalla manovra di Pechino. Gli obiettivi di una crescita del Pil italiano a +0,7% quest'anno e +1,5% il prossimo rischiano di essere compromessi. E per questo, se la situazione dovesse peggiorare, il governo potrebbe correre ai ripari con nuove misure per la crescita nella legge di stabilità da varare in autunno.