29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Politiche energetiche

Tempi lunghi per il ritorno da protagonista dell'Iran

Il petrolio iraniano rappresenta l'11% delle riserve globali, mentre il suo gas il 18%. Per questo negli ultimi mesi il Paese è al centro delle attenzioni delle maggiori aziende del settore oil&gas, fra cui le italiane Eni Saipem e Snamprogetti ma anche la Saras. Perché torni a esportare però ci vorranno anni ma anche fondi e tecnologia dall'estero.

TEHERAN – L'Iran potrebbe tornare a calcare le scene energetiche mondiali da protagonista relativamente presto, non subito, se verranno eliminate le sanzioni contro il Paese mediorientale dopo che è stato raggiunto un accordo sul programma nucleare di Teheran.

LE SCONFINATE RISERVE DI GAS E PETROLIO - Il petrolio iraniano rappresenta l'11 per cento delle riserve globali di oro nero, mentre il suo gas il 18 per cento di quelle di metano. Per questo negli ultimi mesi l'Iran è al centro delle attenzioni delle maggiori aziende del settore oil&gas, fra cui le italiane Eni Saipem e Snamprogetti, con l'amministratore delegato del cane a sei zampe, Claudio Descalzi che ha visitato recentemente il Paese ma anche la Saras. Quest'ultima, ha fatto sapere il manager Marco Schiavetti, «potrebbe comprare di nuovo greggio iraniano sia sul mercato spot che a termine».

5-10 ANNI PER ESPORTARE METANO - Resta da capire però quando Teheran sarà effettivamente in grado di far ripartire l'industria energetica nazionale ferma da anni, alla quale, secondo la maggioranza degli analisti, servono finanziamenti e tecnologia per tornare a essere realmente competitiva nel giro di circa 5 anni. Molto più ottimisti i commentatori iraniani, come l'esperto del settore Mohammad Ali Sadeghi, che all'agenzia Trend ha spiegato che il Paese potrà esportare il proprio gas verso l'Europa nel giro di un anno. Sadeghi ha detto che le infrastrutture per convogliare fisicamente il metano verso il Vecchio continente possono essere pronte in 6 mesi, massimo un anno, dopodiché inizieranno le esportazioni. Secondo un report di Reuters invece l'Iran potrà diventare uno dei maggiori produttori di gas, grazie alle sue riserve da 34mila miliardi di metri cubi, ma nel lungo termine. L'agenzia stampa ha sottolineato che Teheran vuole esportare metano attraverso la Turchia, ma per fare ciò dovrà attendere la costruzione dei gasdotti Tanap e Tap che non avverrà prima del 2020. Anche Fitch ha previsto che per almeno 5-10 anni l'Iran sarà un attore marginale nel mondo del gas, in quanto anche l'altra opzione che Teheran sta portando avanti, i costosi e complessi progetti per inviare il proprio gas con le metaniere trasformandolo in Gnl, necessitano di una decina di anni per essere realizzati.

500MILA BARILI DI PETROLIO IN PIÙ ENTRO L'ANNO - Per quanto riguarda il greggio, durante un vertice Opec Bijan Namdar Zanganeh, il ministro del Petrolio iraniano, ha previsto che Teheran sarà in grado di esportare da subito 400mila barili al giorno in più (rispetto alla produzione attuale di 1,1 milioni di barili), che diventeranno 60mila nel giro di un semestre. Da un sondaggio fra i 20 maggiori esperti del settore sentiti da Reuters è emerso che il Paese potrebbe accrescere la propria produzione tra i 250mila e i 500mila barili entro la fine dell'anno, che potrebbero diventare 750mila entro la metà del 2016, mentre la produzione mondiale odierna si aggira sui 94 milioni di barili al giorno. Nel giro di 2 o 3 anni poi Teheran potrebbe raggiungere il milione di barili al giorno in più eguagliando la sua produzione prima del 2012 quando estraeva oltre 2 milioni di barili al giorno, secondo l'analista Fadel Gheit di Oppenheimer.