28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
I sindacati si ribellano contro le irregolarità contrattuali

Expo: così sfruttiamo i lavoratori

Il segretario generale della Camera del Lavoro di Milano, Graziano Gorla, insieme ai segretari milanesi di Cisl e Uil, chiede che siano rispettate le regole dei contratti nazionali di lavoro. Perché i lavoratori di Expo, altrimenti, avranno stipendi ridotti del 30%, meno diritti e meno ferie.

Milano (askanews) - «A tre giorni dall'Expo abbiamo ancora dei problemi per l'applicazione di alcuni accordi e siamo molto preoccupati in particolare per l'applicazione dell'ultimo accordo con tutti i Paesi non partecipanti, che non vogliono applicare i contratti nazionali di lavoro che abbiamo inserito nell'accordo con il ministero e con Expo: questo è un problema aperto con le aziende di somministrazione di manodopera». E' quanto ha denunciato il segretario generale della Camera del Lavoro di Milano Graziano Gorla, che insieme con i segretari milanesi di Cisl e Uil, Danilo Galvagni e Danilo Margaritella, ha indetto una conferenza stampa prima di un incontro con le società Expo e Manpower. Quest'ultima azienda, «che sul proprio portale per l'Esposizione ha raccolto circa 160mila candidature per le posizioni di lavoro per Expo Spa e 150mila per i padiglioni», è accusata dai sindacati di «non aver mai fornito alcuna informazione sul proprio operato nell'ambito del contratto con Expo 2015 Spa, in violazione degli impegni a suo tempo assunti».

A Expo stipendi più bassi del 20-30%
«Expo si faccia promotrice dell'applicazione delle intese sottoscritte e si applichino quindi i contratti nazionali di lavoro da noi sottoscritti, perché le notizie di stampa dei giorni scorsi in merito a persone che venivano assunte e che poi hanno rifiutato perché le retribuzioni erano troppo basse, in parte corrisponde a quanto è giunto a noi sul fatto che si vorrebbero applicare dei contratti nazionali di lavoro che non sono quelli sottoscritti da Cgil-Cisl-Uil e indicati da noi, e che spesso abbassano le retribuzioni del 20-30%» ha proseguito Gorla, sottolineando la preoccupazione dei sindacati per il rischio che le agenzie interinali offrano a molti di quelli che lavoreranno a tempo determinato nei padiglioni e negli stand di Expo, ad esempio il "Cnai", un contratto del commercio che prevede retribuzioni più basse e maggior flessibilità rispetto a quello «ufficiale» sottoscritto dai confederali.

4,6 euro l'ora, meno ferie e congedo matrimoniale ridotto
Evidenziando l'importanza degli accordi sindacali siglati per i principali appalti finalizzati alla realizzione di Expo, Cgil, Cisl e Uil hanno espresso la loro preoccupazione per ciò che avverrà nel semestre che si apre il prossimo 1 maggio, e hanno in programma, a partire da oggi, una serie di incontri per chiarire i contorni ad esempio di due appalti importantissimi come quello della sorveglianza del sito e quello della pulizia. Sempre secondo quanto riferito dai rappresentati sindacali «sono 40 gli appalti, concessioni e partnership direttamente dipendenti da Expo 2015, 20 dei quali significativi sotto il profilo occupazionale: ad oggi però le intese realizzate sono state solo tre, quelle con Cir, Eataly e Fiera Milano». "Il tema della regolarità contrattuale è fondamentale perché a tutti i lavoratori che saranno impiegati nei padiglioni al momento non è garantita l'appplicazione dei contratti collettivi firmati dalle organizzazioni sindacali confederali» ha ribadito Stefano Franzoni di Uil Progetto Expo, spiegando che «questo tema riguarda oggi anche la sicurezza e abbiamo addirittura il caso di una cooperativa che adotta un regolarmento nel quale si deroga agli aspetti retribuitivi e persino normativi del contratto collettivo». «Quindi - ha concluso Franzoni - i suoi lavoratori rischiano di andare a lavorare per 4,60 euro contro i 6,50 euro previsti, di aver meno giorni di ferie e persino un congendo matrimoniale ridotto: non è accettabile che una cooperativa che si dovrà occupare della sicurezza del sito possa impiegare dei lavoratori a queste condizioni».