19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Un segnale positivo arriva dalle Srl semplificate

Poletti: «In arrivo un milione di posti di lavoro»

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parla di un milione di nuovi contratti – o convertiti a tempo indeterminato – grazie al Jobs Act, e assicura che il governo proseguirà sulla strada delle riforme. Nel frattempo, un segnale positivo arriva dalle Srl semplificate. E l'Istat annuncia che la fiducio dei consumatori e degli imprenditori sta risalendo.

ROMA – Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parla di un milione di nuovi contratti – o convertiti a tempo indeterminato – grazie al Jobs Act, e assicura che il governo proseguirà sulla strada delle riforme. Nel frattempo, un segnale positivo arriva dalle Srl semplificate. E l'Istat annuncia che la fiducia dei consumatori e degli imprenditori sta risalendo.

LE SRL SEMPLIFICATE RILANCIANO L'OCCUPAZIONE - Buone notizie dalle Srl semplificate. Il nuovo modello societario, creato due anni fa per cercare di rilanciare l'occupazione, sta andando a gonfie vele. La Srl semplificata, a differenza di quella ordinaria, può essere costituita con un capitale da va da un euro a 9,99 euro ed è stata una bella risposta alla crisi economica: oggi ce ne sono 51.830. Il dato più interessante, però, riguarda proprio l'occupazione, perché oltre la metà di queste non solo è attiva, ma ha assunto del personale. E in numero consistente: ben 54.000 nuovi posti di lavoro in due anni. I settori che hanno risposto meglio sono stati quello commerciale, il manifatturiero, la ristorazione. Oltre il 28% delle Srl semplificate iscritte ai registri, inoltre, sono «femminili»: appartengono cioè a donne che hanno deciso di mettersi in proprio e diventare imprenditrici di se stesse. Per quanto riguarda l'appartenenza geografica, al primo posto c'è il Lazio, che da solo raggiunge le nove mila iscrizioni, e poi segue il centro-sud.

POLETTI: IN ARRIVO UN MILIONE DI NUOVI CONTRATTI DI LAVORO – C'è ottimismo anche nelle parole del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti che si riferisce al boom registrato nel primo bimestre 2015 ed appare piuttosto sollevato dai dati che emergono dal mercato del lavoro:"Abbiamo una previsione molto importante: parliamo di un milione di contratti nuovi o convertiti, quindi io credo che sarebbe un grandissimo successo se si ottenesse questo obiettivo. Se dovessimo superarlo sinceramente vorrebbe dire che abbiamo colto completamente nel segno.» Prosegue Poletti: «Il governo è al lavoro perché il tempo indeterminato torni ad essere il modo normale per tornare ad assumere in questo paese, e noi lavoriamo affinché il contratto a tempo indeterminato sia stabilmente nel tempo un contratto che costi di meno, è uno dei nostri obiettivi».A chi gli chiedeva se il dato del primo bimestre 2015 fosse "dopato" dal fatto che lo sconto sui contributi per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato fosse disponibile dal primo gennaio, Poletti ha risposto: «Io penso di no, perché nel mese di dicembre abbiamo avuto quasi 100mila occupati in più, quindi se ci fosse stata un'attesa per gennaio e febbraio non si spiegherebbe perché a dicembre abbiamo avuto un numero di assunzioni certificate dall'Istat ben più alto di quello che prevedevamo».

CONFESERCENTI: LE ASPETTATIVE DEGLI ITALIANI NON VANNO TRADITE - «Le attese di ripresa sono sempre più alte, sia tra gli imprenditori che tra le famiglie: secondo un sondaggio Confesercenti Swg condotto in occasione della Pasqua, il 44% degli italiani è convinto che la svolta sia finalmente in arrivo, sul piano economico, del lavoro e dei consumi. E questo 'sentiment' di speranza si è diffuso anche tra le imprese, nonostante la ripresa non si sia ancora concretizzata e si scorgano solo alcuni segnali.», così Confesercenti ha commentato i dati diffusi dall'Istat sulla fiducia di imprese e consumatori. Adesso «è fondamentale lavorare affinché queste aspettative non siano tradite, sostenendo la ripresa con la riduzione della pressione fiscale che grava su imprese e famiglie. C'è un impegno in particolare che va assolutamente mantenuto, soprattutto considerando che i consumi - anche quelli di Pasqua - stentano ancora: quello di disinnescare la mina della clausola di salvaguardia, che nel 2016 potrebbe portare ad un maxi-aumento Iva che allontanerebbe decisamente le speranze di ripresa del mercato interno e dei milioni di imprese che ad esso fanno riferimento».