24 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Il 43% del settore assicurativo tedesco rischia di fallire entro il 2023

I tassi troppo bassi spaventano la Germania

Secondo Mario Monti il governo di Alexis Tsipras deve assumersi la responsabilità degli errori del passato, e riconoscere che la colpa della crisi greca è della Grecia stessa. Anche gli altri paesi membri, però, hanno concorso a questo status quo: in primis la Germania, che oggi trema di fronte al pericolo di veder fallire il 43% delle sue compagnie assicurative.

ROMA - Secondo Mario Monti il governo di Alexis Tsipras deve assumersi la responsabilità degli errori del passato, e riconoscere che la colpa della crisi greca è della Grecia stessa. Anche gli altri paesi membri, però, hanno concorso a questo status quo: in primis la Germania, che oggi trema di fronte al pericolo di veder fallire il 43% delle sue compagnie assicurative. 

MONTI: LA COLPA DELLA CRISI GRECA È DELLA GRECIA - Per Mario Monti la Grecia può ancora «essere apripista di un nuovo modo di fare politica economica in Europa, ma l'atteggiamento provocatorio di esponenti del governo greco, non Tsipras e Varoufakis, sta dissipando il capitale di simpatia che la Grecia vantava». Durante il Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio, al quale partecipa anche il ministro delle Finanze ellenico Yanis Varoufakis, l'ex premier ha esordito così: «Ora si sta creando un altro fronte» non favorevole alla Grecia, tra i Paesi del Sud europeo, oltre a quello del blocco settentrionale. «Suggerirei perciò ad Atene di mettere ben in luce che la responsabilità della crisi greca è della Grecia. Il modo in cui la Grecia è stata mal governata, dai governi precedenti, non è cosa che si possa imputare all'Europa", ha proseguito Monti, concludendo: «Credo che se ci fosse una maggiore assunzione di responsabilità per il passato, aiuterebbe le opinioni pubbliche del Nord Europa, darebbe modo di pensare che ci sarà una discontinuità, che i greci riconoscono gli errori del passato, e senza voler scaricare su altri europei le loro responsabilità, vogliono cambiare» . Mario Monti ha anche sottolineato che i Greci, in base ai sondaggi, hanno ancora voglia di restare nell'euro, contrariamente a paesi come l'Italia, che hanno subito meno gli effetti della crisi, ma che hanno visto la nascita di partiti che chiedono esplicitamente l'uscita dalla moneta unica.

LE DUE «G»: IN MEDIO STAT VIRTUS - Se, come sostiene Mario Monti, la responsabilità della crisi greca è della Grecia stessa, val la pena di ricordare che la posta in gioco adesso è alta per tutti. Anche la Germania e altri paesi dell'Europa centrale corrono gravi rischi. Siamo abituati a identificare le due «G» dell'Ue come il bene e il male dell'Europa, la locomotiva e la zavorra dell'Eurozona. Ma è davvero così, o piuttosto entrambi i paesi hanno ciascuno le proprie responsabilità e concorso, per motivi diversi, alla crisi strutturale – e non congiunturale, è bene sottolinearlo – dell'Europa? Se da un lato ai greci va attribuita la responsabilità di aver falsificato i conti pubblici per entrare nel mercato comunitario, e di essersi fatti governare per anni da una classe dirigente corrotta e avida di denaro, d'altra parte alla Germania va attribuita quella di aver praticato una politica neo-mercantilista export-oriented fortemente aggressiva nei confronti degli altri stati membri dell'Ue, grazie alla quale l'economia tedesca è cresciuta sfruttando i vantaggi del mercato comunitario, senza tener minimamente in considerazione gli squilibri macroeconomici che avrebbe determinato. Fatto sta che ora, tutti, sono nella condizione di vedersi presentare il conto da pagare per gli errori compiuti, da una parte e dall'altra.

I TIMORI FINANZIARI DI BERLINO - Non solo le casse ateniesi infatti, ma anche la Germania di Angela Merkel ha le sue preoccupazioni. I tassi d'interesse troppo bassi potrebbero far crollare molte aziende assicurative tedesche. Facciamo un passo indietro. Molti paesi dell'Europa centrale hanno accumulato eccedenze di risparmio che hanno investito all'estero: è il caso dell'Austria, per esempio, dove una banca ha gestito questi risparmi prima di essere nazionalizzata nel 2009 per aver subito perdite consistenti: la Hypo Alpe-Adria. Peccato che all'inizio di questo mese il governo austriaco sia stato costretto a dichiarare una moratoria su undici miliardi di debiti: i titoli spazzatura della Hypo che aveva cercato di salvare attraverso l'istituzione di una bad bank. Ma ecco che il problema più grande, tra i paesi del nord Europa, rischia di avercelo la Germania, e in questo caso si tratta proprio del suo settore assicurativo. Perché queste società restino in vita e in buona salute, la rendita media dei titoli contenuti nei portafogli di queste imprese deve essere maggiore al tasso garantito dalle loro polizze: ma oggi non è più così. I tassi d'interesse sono troppo bassi, e alcuni studi di settore hanno calcolato che, ai tassi d'interesse attuali, circa il 43% delle compagnie assicurative tedesche sarà insolvente entro il 2023. Il boomerang della crisi dell'Ue rischia di travolgere anche la Germania.