18 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Le associazioni contro la fine del «regime di tutela»

Il mercato libero dell'energia spaventa i consumatori

Federconsumatori e Unione nazionale consumatori hanno denunciato il fatto che con le cosiddette «liberalizzazioni» in campo energetico previste nel disegno di legge «concorrenza» le famiglie e le Piccole medie imprese italiane pagheranno bollette più salate. Di parere opposto l'Istituto Bruno Leoni

ROMA – I recenti rumors sull'eliminazione dei cosiddetti contratti a «maggior tutela» per quanto riguarda le utenze di luce e gas, come previsto nel disegno di legge «concorrenza» (n. 164 del 2000), hanno provocato una levata di scudi da parte di Federconsumatori e Unione nazionale consumatori. Entrambe le associazioni hanno denunciato il fatto che con le cosiddette «liberalizzazioni» le famiglie e le Piccole medie imprese italiane pagheranno bollette più salate, nonostante i declamati principi di libero mercato dove, in teoria, più concorrenza genera prezzi più bassi.

COS'E' LA MAGGIOR TUTELA - La «maggior tutela» prevede la fornitura di energia e gas a prezzi stabiliti dall'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico (Aeegsi) a tutti quei consumatori (utenze domestiche, o piccole imprese connesse in bassa tensione aventi meno di 50 dipendenti e fatturato annuo non superiore a 10 milioni di euro) che non hanno voluto sottoscrivere contratti con i nuovi fornitori che si sono affacciati sul mercato. Secondo le intenzioni del legislatore questa opportunità verrebbe il 30 giugno 2015 per quanto riguarda il metano, e l'anno successivo (sempre il 30 giugno) per l'elettricità. La scadenza del 2015 invece dovrebbe essere valida per le Pmi di cui sopra. Una novità che coinvolgerebbe la gran parte degli interessati, in quanto dopo 10 anni di apertura del mercato, l'85 per cento dei consumatori di gas è rimasto «fedele» ai vecchi contratti, così come il 75 per cento di quelli che hanno un contratto per l'elettricità. Una scelta che sembra guidata da ragioni economiche, visto che leggendo i dati contenuti nell'ultima relazione dell'Aeegsi, è scritto che gli utenti passati al mercato libero hanno sottoscritto mediamente contratti più onerosi rispetto al mercato di maggior tutela (+16,7% per l'energia elettrica e +7,9% per il gas).

FEDERCONSUMATORI, OPERAZIONE ASSURDA - Per Federconsumatori, l'eliminazione dei contratti a «maggior tutela» è un'operazione «assurda», in quanto il mercato dell'energia è ancora caratterizzato «da una pessima concorrenza, con effetti contrari alle aspettative» ed è «costellato di irregolarità». L'associazione ha fatto notare che eliminando la «maggior tutela» si lascerebbero i consumatori «in balia dei comportamenti scorretti e spregiudicati di molte aziende» che, sin dall'apertura del mercato libero, hanno «dimostrato tutta la loro mancata volontà nel proporre offerte competitive e trasparenti». Secondo Federconsumatori infatti, la maggior parte dei contratti «liberi» sono stati fatti sottoscrivere a clienti poco consapevoli, grazie a «pratiche aggressive adottate dalle compagnie». A riprova di ciò, l'associazione ha indicato l'aumento «esponenziale» dei reclami relativi alle pratiche commerciali scorrette avvenuto negli ultimi anni, che hanno inciso per il 18 per cento sul totale dei 500 mila reclami scritti pervenuti alle aziende nel 2013. Infine Federconsumatori ha sottolineato il fatto che eliminando il ruolo dell'Acquirente Unico di operatore di mercato verrebbe meno la sua capacità mostrata fino a oggi di calmierare i costi finali, e ciò «significherebbe oggi solo un ulteriore aumento delle tariffe: un vero e proprio gioco al rialzo, i cui effetti negativi ricadrebbero tutti sui cittadini».

UNIONE CONSUMATORI, DECISIONE IMMORALE - L’Unione nazionale consumatori da canto suo ha spiegato che l'eliminazione dei contratti a «maggior tutela» è una «decisione immorale». Pieraldo Isolani, responsabile del settore energia ha ricordato che con la «fine del ruolo di Acquirente Unico», si verrebbe a creare una situazione dove sarebbero solo le «società a stabilire i prezzi e  non è difficile immaginare un aumento in bolletta per i piccoli clienti: troppo grande è, infatti, la disparità di potere contrattuale fra gli operatori energetici ed i piccoli consumatori!». L'esperto ha continuato, ricordando che «non saranno sufficienti le promesse di vigilanza e sanzione dell’Autorità per l’energia e del’Antitrust a contenere l’aumento dei prezzi. Infatti, già oggi, pur in presenza del mercato tutelato, la scarsa informazione e trasparenza delle offerte sul mercato libero, insieme alle pratiche commerciali scorrette da parte di molti operatori, stanno provocando notevoli disagi ai consumatori, che lamentano numerosi contratti non richiesti sul mercato libero».

ISTITUTO LEONI, IL MERCATO CONVIENE - Poi c'è chi sostiene il contrario come l'Istituto Bruno Leoni, ossia che nei Paesi in cui il mercato è stato completamente liberalizzato i prezzi al consumo sono effettivamente scesi. Leggendo i dati di Acer e della Commissione europea relativi al 2012 infatti è evidenziato che Estonia, Irlanda e Regno Unito hanno le bollette meno care del Vecchio continente, mentre quegli Stati che hanno ancora un certo grado di intervento governativo sui prezzi al consumo, come Danimarca, Grecia ed Italia hanno prezzi finali più elevati. Per gli economisti di stampo liberale quindi «il superamento dell'attuale regime di tutela per i consumatori domestici nel mercato del gas aiuterebbe a rendere il mercato più dinamico facendo leva sui benefici della liberalizzazione».

OLTRE LA MAGGIOR TUTELA - Intanto nel caso la norma dovesse entrare in vigore, o per chi avesse intenzione di abbandonare prima del tempo la «maggior tutela», possono essere utili alcuni accorgimenti. Per prima cosa è preferibile rivolgersi a società iscritte nell’albo dei «venditori al mercato libero accreditati» consultabile sul sito dell’Autorità per l’energia (www.autorita.energia.it/ModuliDinamiciPortale/elencooperatori/elencovenditori). Queste compagnie sono tenute a pubblicare le offerte di vendita nella sezione «Trova Offerte» dell’Autorità e hanno sottoscritto protocolli di conciliazione con le associazioni dei consumatori. Una volta scelto il fornitore è necessario verificare che siano specificate nel contratto, come prevede la legge, le modalità di lettura del contatore, quelle di fatturazione (compresa la periodicità e il come e quando pagare), il criterio adottato per la stima dei consumi, le penali eventuali e gli interessi di mora per il ritardato o mancato pagamento, le procedure di messa in mora e sospensione della fornitura e i costi di sospensione e riattivazione fornitura, voltura, subentro, ecc.