18 aprile 2024
Aggiornato 21:30
La grande attesa non è andata delusa

I mercati promuovono Draghi

Dopo la decisione della BCE è ripresa in modo consistente la corsa all'acquisto di titoli di Stato con rendimenti ai minimi storici e soprattutto, a dare la misura dell'efficacia della manovra, è il crollo dell'euro sul dollaro.

FRANCOFORTE - La grande attesa non è andata delusa. Mario Draghi ha azionato il bazooka e la potenza di fuoco è di quelle che lasciano il segno. Non meno di 1.140 miliardi di euro per il quantitative easing che dovrà scongiurare il rischio sempre più concreto di deflazione e contribuire a rafforzare la crescita anemica nell'area euro.

I mercati nelle ultime settimane avevano mostrato che la taglia minima del Qe doveva essere di almeno 600-700 miliardi di euro. La Bce invece ha fissato un piano di acquisti di titoli di Stato, che va a sommarsi a Abs e covered bond, da 60 miliardi di euro al mese fino a tutto settembre del 2016. Si tratta di almeno 1.140 miliardi di euro. Ma Draghi si è tenuto la porta aperta. Il programma di quantitative easing andrà avanti fino a quando la dinamica dell'inflazione non mostrerà di muoversi verso il target della Bce per la stabilità dei prezzi, intorno al 2%.

Nonostante la condivisione del rischio sia limitata al 20% dei titoli che saranno acquistati, gli investitori hanno reagito in modo positivo. Lo stesso Draghi si è detto sorpreso che il tema del risk sharing fosse diventato così importante. Gli analisti di JPMorgan considerano poco rilevante le modalità di condivisione del rischio sul piano di acquisti. Anche gli analisti del Credit Suisse sottolineano che la scarsa condivisione del rischio non rappresenta un elemento che ridurrà l'efficacia del Qe.

Gli effetti immediati delle decisioni della Bce sono confortanti per gli obiettivi della banca centrale. E' ripresa in modo consistente la corsa all'acquisto di titoli di Stato con rendimenti ai minimi storici e soprattutto, a dare la misura dell'efficacia della manovra, è il crollo dell'euro sul dollaro. Il cross in mattinata viaggiava a 1,1640 per scivolare poi sotto 1,1460. Ancor più marcato il calo dell'euro sullo yen da 136,25 a 134,72. Anche i mercati azionari hanno consolidato i progressi con rialzi intorno all'1%.

Sui titoli di Stato, ad esempio il rendimento del Btp decennale ha toccato il nuovo minimo storico a 1,62% con lo spread sul Bund tedesco a 118 punti. Le misure varate oggi prevedono l'avvio degli acquisti da marzo e rendono realizzabile l'obiettivo annunciato dallo stesso Draghi alla fine dell'estate di espandere il bilancio della Bce ai livelli della primavera del 2012, circa 3.200 miliardi di euro, rispetto ai 2.200 miliardi del mese scorso. Gli acquisti Abs e covered bond finora sono stati più che modesti, in tutto una trentina di miliardi di euro.

Con l'acquisto massiccio di titoli di Stato dell'Eurozona, i mercati finanziari saranno invasi da una montagna di euro. La stessa strategia adottate dalla Fed di Ben Bernanke con il primo programma di Qe da 85 miliardi di dollari al mese. Una tecnica monetaria per immettere liquidità ma soprattutto, inondando il pianeta di dollari, indebolire il biglietto verde per favorire le esportazioni a stelle e strisce.

Il Qe targato Bce si muove sulla stessa linea. Favorire il flusso di credito verso l'economia reale e far scendere il valore dell'euro in modo da stimolare le esportazioni in euro e aiutare il tasso di inflazione a invertire la dinamica negativa.

Fonte AskaNews