19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Effetti secondari del calo del petrolio

Padoan vede la ripresa: petrolio a 60 dollari vale +0,5% PIL

Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervenedo al congresso della Legacoop: «Con l'aria che tira è molto importante». La conferma dell'Unione Petrolifera: «Per ogni 20 dollari in meno del prezzo del petrolio su base annua il Pil italiano ottiene un effetto positivo di circa mezzo punto percentuale».

ROMA - «Se il prezzo del petrolio a 60 dollari persisterà, potrà essere una notizia più che buona, che vale lo 0,5% di crescita in più. E con l'aria che tira è molto importante». Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervenedo al congresso della Legacoop.

La conferma dell'Unione Petrolifera - «Per ogni 20 dollari in meno del prezzo del petrolio su base annua il Pil italiano ottiene un effetto positivo di circa mezzo punto percentuale». E' quanto rileva l'Unione Petrolifera nel suo Preconsuntivo 2014.
A beneficiare della «guerra dei prezzi» sul greggio, sottolinea l'Up, sono «soprattutto quei paesi dove il costo dell'energia rappresenta un freno alla crescita e pesa sulla competitività del sistema industriale».

A livello globale, il Fondo Monetario stima che un calo di 10 dollari nei prezzi del greggio valga 0,3 punti di PIL.

Gettito fiscale sale a 41,3 miliardi nel 2014 - Il gettito fiscale derivante dai prodotti petroliferi e' salito ancora nel 2014 nonostante il calo dei consumi a 41,33 miliardi di euro (+0,5%). Circa 200 milioni di euro in più di cui 150 milioni di accise e 50 milioni di Iva.
«Tale ammontare - sottolinea l'Up - rappresenta per le sole accise oltre il 7% del totale delle entrate tributarie italiane» mentre «se gli aumenti delle accise già programmati fino al 2021 divenissero strutturali, solo per la benzina ci sarebbe un incremento di gettito di oltre 2 miliardi di euro».

Emirates prevede nuovo dimezzamento petrolio: andrà a 30 dollari - Il barile di petrolio rischia di subire un ulteriore dimezzamento del prezzo, finendo a quota 30 dollari secondo il numero uno di Emirates, Tim Clark. «Ho sempre sostenuto che un prezzo realistico fosse sui 70 dollari. E che non avrebbe mai dovuto andare oltre», ha affermato a Cnbc.
Il barile di Brent è appena finito sotto quota 60 dollari, laddove nel giugno scorso aveva sfiorato 112 dollari, «Personalmente ho sempre pensato che sarebbe tornato a 30 dollari, staremo a vedere», ha aggiunto il manager della compagnia aerea mediorientale.