Poletti: «Basta con l'articolo 18. E non voglio pasticci all'italiana»
E' cominciata al Senato la discussione generale per la delega sul lavoro. Gli emendamenti presentati sono 689. Il premier fa sentire la sua voce dagli Stati Uniti, chiarendo che andrà avanti senza timori. Intanto, in Italia, il dibattito parlamentare prosegue e Giuliano Peletti, ministro del Lavoro, lancia un messaggio chiaro: «Basta col tabù dell'articolo 18. E basta coi pasticci all'italiana»
ROMA - E' cominciata nell'Aula del Senato la discussione generale sulla delega sul lavoro. A prendere la parola il relatore, nonché presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama, Maurizio Sacconi (Ncd). Le votazioni sul provvedimento dovrebbero cominciare la prossima settimana solo dopo la direzione del Pd, dove il partito dovrà fare chiarezza sulle novità inserite nella delega durante il lavoro della commissione, a partire dalla previsione del contratto a tutele crescenti e dalla possibilità di modificare lo Statuto dei lavoratori compreso l'articolo 18. Il premier Matteo Renzi, dagli Stati Uniti, è tornato a difendere le novità contestate dalle minoranze del partito democratico (che hanno presentato sette emendamenti) sostenendo che la riforma del lavoro «non è più rinviabile: lunedì presento la mia idea, ci sarà il dibattito, ma poi si decide e si va avanti tutti insieme». Gli emendamenti presentati per l'esame dell'Aula sono 689: una trentina dal Pd (compresi i sette delle minoranze), nessuno da Ncd e nove da Scelta civica. La maggior parte arriva dalle opposizioni (353 di Sel, mentre Forza Italia e Lega hanno presentato entrambi 48 emendamenti).
POLETTI: NON FACCIAMO I SOLITI PASTICCI ALL'ITALIANA - Sull'articolo 18 «non possiamo fare pasticci all'italiana»: lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine di un convegno sulla finanza sociale in Confindustria. «Noi abbiamo bisogno - ha aggiunto - di certezza e di idee chiare e semplici». Secondo il ministro, dunque, non si possono fare «pasticci all'italiana perchè quando discutiamo nel merito delle cose, poi, per metterci d'accordo pasticciamo, ma pasticci non ne possono essere fatti». Quanto alla direzione del Pd in programma lunedì, Poletti ha aggiunto: «Ci sarà una discussione franca e lineare sulla delega lavoro e una discussione sullo sviluppo dell'Italia e credo che sia una discussione importante».
BASTA COL TABÙ DELL'ARTICOLO 18 - «È una discussione aperta, noi ascoltiamo tutti quanti e ascoltiamo le opinioni di tutti. Poi alla fine Governo e Parlamento decidono». Ha chiarito il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a chi gli chiedeva una opinione sulla parziale apertura del leader della Cgil, Susanna Camusso, che si è detta disponibile a ragionare su un periodo di prova senza articolo 18. Poi ha aggiunto: «Non ci si può fermare davanti a dei tabù. Noi abbiamo bisogno di dare fiducia e chiarezza perché ci siano gli investimenti». Dunque, secondo il ministro, «queste sono le linee di fondo e vogliamo andare avanti nei tempi che ci siamo dati». Il ministro ha infatti ricordato che «il Senato ha cominciato ieri la discussione e ha superato le pregiudiziali di costituzionalità. Mi pare - ha aggiunto - che ci siano le condizioni per affrontare questa discussione e farlo nel modo giusto." A chi gli chiedeva poi se gli emendamenti presentati fossero troppi, Poletti ha risposto: «Molti sono figli della volontà di esprimere una opposizione. Ce ne sono tanti del Movimento 5 stelle e di Sel. Questo è dentro - ha concluso - all'attività parlamentare e in qualche misura sono nella norma».
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