19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Poliiche europee

Padoan: L'inflazione deve tornare al 2%

È dall'Italia che parte l'input per accelerare la ripresa in Europa, perché è l'Italia che ora, dopo le elezioni europee, ha l'autorevolezza per riorientare la bussola dell'Unione puntandola a crescita e occupazione: è il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan a spiegare dopo l'Ecofin la delicata trattativa in corso tra le capitali che punta a creare un consenso sul cammino da prendere che punta

LUSSEMBURGO - Dopo le elezioni europee con il successo del Pd e la nuova autorevolezza riconosciuta all'Italia, e il semestre di presidenza italiano dell'Ue che comincia a luglio e il ricambio della Commissione europea in autunno, la situazione politica, più ancora che economica, è favorevole a un'iniziativa del governo per «un cambio di rotta» in Europa che dia davvero priorità alle politiche per la crescita e l'occupazione. E' quanto ha affermato, in sostanza, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, oggi a Lussemburgo durante la sua conferenza stampa al termine del Consiglio Ecofin.

CRESCITA E OCCUPAZIONE - «Come prossima presidenza di turno del Consiglio Ue abbiamo detto da subito che vogliamo promuovere un dibattito che coinvolga tutti i Paesi membri dell'Unione europea: riteniamo - ha detto Padoan - che dopo cinque-sei anni di crisi molto dura in cui l'Europa ha gestito la recessione prima con misure di sostegno, poi avviando il consolidamento di bilancio, poi ha fatto aggiustamenti nella periferia e poi l'Unione bancaria, sia ora giunto il momento in cui crescita e occupazione, viste le decine di milioni di disoccupati, devono essere la priorità numero uno».

ACCORDARSI SULLE PRIORITÀ - Si tratta, insomma, per gli Stati membri e la Commissione, «per prima cosa di mettersi d'accordo sulle priorità» da attribuire alle politiche per la crescita, costruendo su questa valutazione un clima di «fiducia reciproca». In secondo luogo, ha continuato il ministro, bisogna "mettersi d'accordo sulle grandi linee con le quali si producono crescita e lavoro", cioé "attraverso riforme strutturali e investimenti». Terzo, si devono «fare dei passi avanti più rapidi possibili verso la traduzione di questi principi generali in misure specifiche, nell'ambito dell'insieme delle regole che già ci sono, che sono sufficientemente ampie e hanno già la flessibilità necessaria per recepire i principi e tradurli in misure e in raccomandazioni».

IL RUOLO DELL'ITALIA - E' «un processo di dibattito a tutto campo», ha osservato ancoraPadoan. «Molti - ha riferito il ministro - mi dicono: 'dovete farlo voi adesso' perché la congiuntura politica, non tanto economica, lo suggerisce: dobbiamo agire immediatamente per cambiare la rotta, sia perché siamo all'inizio di una nuova fase, con il rinnovo della Commissione, sia perché il governo italiano, soprattutto dopo le elezioni europee, ha acquisito autorevolezza e questo - ha sottolineato Padoan - viene riconosciuto dai partner ed è una delle prime cose che mi dicono quando ci incontriamo. Quindi - ha concluso il ministro - noi vogliamo mettere a disposizione dell'Europa tutto questo capitale politico che è stato accumulato dall'Italia».

INFLAZIONE AL 2% - «Per quanto riguarda il pericolo di deflazione - ha osservato il ministro durante la sua conferenza stampa al termine del Consiglio Ecofin - il vero problema è che c'è il rischio, riconosciuto in primo luogo dalla Bce, di un'inflazione troppo bassa per troppo a lungo. L'inflazione - ha proseguito Padoan - deve gradualmente tornare verso il suo livello-obiettivo vicino al 2%, ma siamo ancora lontani. Su come si ottenga questo c'è un dibattito riguardo alla possibilità che si utilizzino strumenti addizionali 'non ortodossi', tra virgolette, come il 'quantitative easing'», ovvero l'acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario da parte della Bce.
«La Banca centrale europea si è mossa in questa direzione, e si riserva di usare altri strumenti se la situazione lo richiederà. Da questo punto di vista - ha concluso il ministro - io sono pienamente fiducioso che la Bce mantiene la situazione sotto controllo».