19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
I dati di Bankitalia

Cala l'indebitamento delle famiglie

Le condizioni finanziarie delle famiglie italiane «sono solide», e la flessione del reddito disponibile, nel 2013, si è attenuata rispetto all'anno precedente. E' calato, poi, l'indebitamento dei nuclei familiari che hanno ripreso ad investire in attività finanziarie.

ROMA - Le condizioni finanziarie delle famiglie italiane «sono solide», e la flessione del reddito disponibile, nel 2013, si è attenuata rispetto all'anno precedente. E' calato, poi, l'indebitamento dei nuclei familiari che hanno ripreso ad investire in attività finanziarie. La quota delle famiglie indebitate «finanziariamente fragili» resta sotto il 3% e aumenterebbe di poco in caso di scenari macroeconomici avversi.
E' quanto sottolineato dalla Banca d'Italia nell'ultimo rapporto sulla Stabilità finanziaria.

«I bassi tassi d'interesse - spiega Palazzo Koch - e le misure a sostegno dei mutuatari hanno contribuito a contenere la vulnerabilità delle famiglie indebitate». Nel 2012 la quota di famiglie vulnerabili (quelle con un'incidenza del servizio del debito sul reddito superiore al 30% e con un reddito inferiore al valore mediano) era pari al 2,9% del totale. Nella seconda metà del 2013 l'incidenza dei prestiti deteriorati sul totale di quelli alle famiglie è aumentata di tre decimi di punto, al 10,3%. Il peggioramento «è stato più elevato per la categoria che comprende i mutui accesi per attività professionali».

Ma le proiezioni della Banca d'Italia indicano che in uno scenario di graduale ripresa economica, la percentuale di famiglie vulnerabili rimarrebbe sostanzialmente stabile (2,8% nel 2015). Il fattore di rischio «più rilevante per le famiglie indebitate è rappresentato dalla dinamica del reddito disponibile: se esso rimanesse invariato rispetto al 2013, la quota di famiglie vulnerabili aumenterebbe al 3,3% nel 2015.
L'impatto, nello stesso periodo, di un rialzo di 100 punti base del tasso Euribor a 3 mesi sarebbe più contenuto: la quota di famiglie vulnerabili arriverebbe al 3%»
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Nel corso del 2013 si è attenuata la flessione del reddito disponibile in termini reali delle famiglie in atto dal 2011: la contrazione - si legge nel Rapporto - è stata dell'1,2 per cento. Il reddito nominale è rimasto sostanzialmente invariato e a fronte di una riduzione dei consumi, il risparmio è cresciuto in misura considerevole (11,1 per cento). «Ciò, insieme all'aumento dei prezzi delle attività mobiliari, ha contribuito all'incremento della ricchezza finanziaria dello 0,5 per cento nei primi nove mesi del 2013. La ricchezza totale ha tuttavia continuato a ridursi per effetto del calo del valore degli immobili», ha rilevato la Banca d'Italia.

Prosegue la contrazione dei debiti finanziari (-1,6 per cento nel 2013), ma «si registrano segnali di ripresa dei prestiti per l'acquisto di abitazioni». Le erogazioni di mutui nel primo trimestre del 2014 sono aumentate del 9,3 per cento rispetto al periodo corrispondente del 2013.