24 aprile 2025
Aggiornato 02:00
Studio della Banca d'Italia

Italiani ricchi per patrimonio ed eredità

Una ricchezza sempre più concentrata nelle mani degli anziani, mentre i giovani sono schiacciati in una situazione sempre più precaria e passiva, dove la ricchezza é vissuta come beneficio della famiglia d'origine e non come frutto del merito individuale

ROMA - Italiani ricchi per patrimonio ed eredità: una ricchezza sempre più concentrata nelle mani degli anziani, mentre i giovani sono schiacciati in una situazione sempre più precaria e passiva, dove la ricchezza é vissuta come beneficio della famiglia d'origine e non come frutto del merito individuale. E' il quadro che emerge dallo studio della Banca d'Italia che, in un Occasionale paper di Giovanni D'Alessio del febbraio scorso, che ha analizzato la distribuzione della ricchezza e la diseguaglianza in Italia sottolineando che i dieci italiani più ricchi hanno un patrimonio equivalente a quello dei tre milioni di italiani più poveri.
«Tra il 1987 e il 2008 - si legge nello studio di Bankitalia - le famiglie di operai registrano una caduta nei loro livelli di ricchezza media, che passa dal 60 al 45 per cento del livello medio generale. Un calo caratterizza anche l'andamento della ricchezza delle famiglie di liberi professionisti, che tuttavia rimangono su livelli medi molto elevati (l'indice passa circa da 250 a 200); analogamente le famiglie di imprenditori e di altri lavoratori autonomi perdono qualcosa in termini relativi, ma rimangono sempre su livelli elevati (indice da 183 a 153).

Significativo l'aumento di benessere per i pensionati. «La categoria che, per contro, registra uno notevole miglioramento nei livelli medi di ricchezza - conclude lo studio - è quella dei pensionati, che passa da un indice di 61,6 a 97,8, raggiungendo quasi la media dell'intera popolazione. La distribuzione della ricchezza tra le classi di età ha subito una profonda trasformazione; mentre nel 1987 le famiglie di giovani erano su livelli medi non lontani dal totale della popolazione, a partire dal 2000 queste famiglie vedono peggiorare decisamente la loro condizione; il contrario accade per gli anziani, che nel periodo considerato vedono migliorare nettamente la loro posizione relativa».
Sorprendente l'osservazione finale che segnala come ormai la ricchezza e la sua squilibrata distribuzione non siano più percepite come la risultanza di meriti individuali: «Le evidenze disponibili - conclude lo studio - segnalano che il ruolo giocato dalle proprie scelte nel determinare il proprio livello di ricchezza non è poi così elevato, fornendo una conferma alle opinioni espresse dai cittadini italiani nelle indagini qualitative sopra richiamate e giustificando una certa propensione alla redistribuzione».